Roma, fine anni ’60. Luigi Comencini (F. Gifuni), regista del cinema italiano con almeno venti pellicole alle spalle, è alle prese con la preparazione dello sceneggiato televisivo “Le avventure di Pinocchio” (che sarà trasmessa dalla Rai nel 1972). Intanto sua figlia Francesca (A. Mangiocavallo) è una bambina che cresce con questo padre cineasta, innamorato del burattino di Carlo Collodi. Anni dopo, una volta cresciuta, Francesca (questa volta interpretata da R. Maggiora Vergano) si troverà a vivere gli anni ’70 anche in conflitto col padre (Comencini era pur sempre del 1916). Sullo sfondo l’epoca della contestazione, del terrorismo stragista, dello scontro generazionale e politico.

Francesca Comencini scrive e dirige una pellicola che parla del genitore Luigi, ma che inevitabilmente racconta di rapporto tra padri e figli, amore incondizionato, tenerezza, ma anche aspri litigi, incomprensioni, paura di deludere gli altri e, in primis, se stessi. Lo fa senza indulgere nel facile sentimentalismo, con un cast tecnico di collaudata perizia, appoggiandosi a uno straordinario Fabrizio Gifuni (anche se meritano una menzione anche la piccola Anna Mangiocavallo, qui al suo esordio sul grande schermo, e Romana Maggiora Vergano, già vista in “C’è ancora domani”).

Piccola caduta di stile nella scena finale, ma in definitiva un film sincero e viscerale, oltre che un omaggio e una dichiarazione d’amore al cinema!

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