Arthur Fleck (J. Phoenix) deve essere processato per le 5 persone che ha ucciso a Gotham City. E’ rinchiuso in un manicomio criminale, dove subisce vessazioni e ingiurie, soprattutto da parte delle guardie. Il suo avvocato, per il procedimento in tribunale, vorrebbe puntare sull’infermità mentale, mentre il procuratore distrettuale vorrebbe la pena capitale. Un giorno, alle prove del coro della struttura penitenziaria, Arthur incontra Lee (Lady Gaga) ed è amore a prima vista. I due si spalleggeranno nelle settimane a seguire, mentre il processo comincia e si protrae, seguito da una folla in fibrillazione, fuori dall’aula di giustizia. E’ il preludio di una sollevazione popolare?

Todd Phillips, cinque anni dopo il primo capitolo (ne scrissi qui), torna sulla storia del Joker, con una storia autonoma dalla saga di Batman. Lo fa spiazzando tutti, a partire dal prologo geniale di animazione. Sovverte ogni aspettativa, affida alla musica e alle canzoni (molti i successi di Frank Sinatra) un ruolo centrale, elimina quasi tutta l’azione. Musical senza esserlo davvero, film carcerario anomalo (fotografia splendida), pellicola processuale grottesca, “Joker – folie à deux”, è attraversato da incubi, allucinazioni, umorismo nero.

Joaquin Phoenix nuovamente perfetto (ancora una volta doppiato da Adriano Giannini) e inquietante, Lady Gaga una volta tanto efficace. Farà discutere, probabilmente dividendo pubblico e critica, come in parte già avvenuto. Più riuscita, forse, la prima parte, rispetto alla seconda. In ogni caso merita uno sguardo, anche solo per il coraggio di aver fatto un simile film. Il tempo ci dirà se è stata una scommessa azzeccata.

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