Daniele (F. Cesari) passa una serata in discoteca e si risveglia in un reparto psichiatrico. Ha assunto droghe e aggredito i genitori, anche se inizialmente non ricorda nulla e non è per nulla felice del posto in cui è finito. In stanza si ritrova con Mario (A. Pennacchi), ex maestro di scuola, Gianluca (V. Crea) un ragazzo gay molto esuberante, Madonnina (V. Nemolato) che ha tendenze piromani, Alessandro (A. Pacioni) in stato catatonico e Giorgio (L. Renzi) gigante triste. I medici hanno imposto a Daniele una settimana di ricovero e questo costringe il ragazzo a riflettere sulla sua vita, oltre che a conoscere meglio i suoi compagni di avventura. Nonostante l’iniziale ostilità, Daniele avrà tanto da imparare in questi 7 giorni e la sua vicenda incrocerà anche quella di Nina (F. Peluso), attrice in erba e influencer con una madre oppressiva.
Tratto dall’omonimo romanzo, dolente e bellissimo, di Daniele Mencarelli, “Tutto chiede salvezza” è una miniserie targata Netflix, in 7 episodi, uno per ogni giorno del ricovero. Francesco Bruni, che la dirige e partecipa alla sceneggiatura, è uno che sa usare bene la delicatezza per raccontare storie (basti pensare a suoi film come “Tutto quello che vuoi” e “Cosa sarà”) e qui si sente tutta. Si prende, insieme agli altri autori, qualche libertà e aggiunge qualche situazione (anche alcune, molto efficaci, diciamo di taglio onirico), utilizza con notevole abilità una colonna sonora molto azzeccata.
Il risultato è ottimo, ma lo si deve anche e soprattutto al cast di interpreti, nel quale vanno citati in ruoli di contorno anche Ricky Memphis, Bianca Nappi, Filippo Nigro, Lorenza Indovina, Carolina Crescentini, Massimo Bonetti. Però, se mi è concesso, gli applausi vanno in particolare al malinconico Mario di Andrea Pennacchi e, neanche a dirlo, a Federico Cesari (dopo il successo di Skam Italia, solo l’ennesima conferma), che sa farci ridere e commuovere con la stessa naturalezza.
Era un azzardo una miniserie sulla salute mentale? Forse, ma la scommessa è vinta alla grande e, anzi, ti fa sperare ci siano più prodotti del genere, perchè sono una ventata di aria fresca. E perchè Bruni e ancora prima Mencarelli nelle pagine del suo libro, ci ricordano di quanto siamo fragili, di quanto sia normale e umano esserlo, di quanto coloro considerati pazzi o instabili siano simili a noi e vicini, di quanto sia importante comprenderli e amarli.
Buona visione!
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