Cile, inizio del Novecento. Nella Terra del fuoco si allevano per lo più pecore e dominus della zona è il ricco Josè Menendez (A. Castro): è lui a formare una piccola spedizione di tre uomini con il compito di aprire una tratta verso l’Atlantico. Sono l’ex tenente scozzese MacLennan (M. Stanley), il cowboy americano Bill (B. Westfall) e il meticcio Segundo (C. Arancibia). Ben presto il viaggio dei tre si rivelerà avere ben altri fini. Epilogo 7 anni dopo, nell’apparente calma che il Governo è riuscito a imporre.

Lungometraggio di esordio di Felipe Galvez Haberle, “Los colonos” è un risultato notevole anche grazie a una serie di fattori: la colonna sonora, la fotografia, la resa degli interpreti. Racconta una pagina poco conosciuta, per noi europei, anche se molto vigliacca: il genocidio dei Selk’nam, ovvero i nativi americani che abitavano le terre meridionali del sud America. E’ anche un film che parla, inevitabilmente, di brutale violenza, istinti primordiali, cinismo del potere e della ricchezza economica, costruzione dell’identità nazionale (ma a che prezzo?).

Con le dovute proporzioni, può ricordare l’epopea di Scorsese di “Killers of the flower moon”, anche se con una narrazione molto più stringata (il che, in questo caso, è un pregio!). Al Festival di Cannes 2023 si è guadagnato il premio Fipresci. C’è solo in versione originale con sottotitoli in italiano, ma merita assolutamente uno sguardo.

CC BY-NC-ND 4.0 Los colonos by Collateralmente is licensed under a Creative Commons Attribution-NonCommercial-NoDerivatives 4.0 International License.