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Tutto insieme

Non so bene come dimostrarlo, ma molto di quello che chiamiamo contemporaneità viaggia su binari paralleli, perfettamente e assurdamente sincronizzati: oggi è la fiducia a Montecitorio, gli occhi di un migrante terrorizzato dal mare che lo vuole con sè, la notizia che Instagram ha aggiunto tre nuovi filtri. Tutto insieme.

Che cosa è questo? Un tutto che si lega? Un tutto che ci lega? In che senso e in che modo? Ci lega nel senso sociale o di costrizione?
Su quanti di questi binari paralleli siamo in grado di viaggiare contemporaneamente?
Cosa tiene unito quello sguardo, quell’icona, quel luogo?
Nelle mille notizie che ogni giorno leggo, tra tutti i miei filtri, oggi è passato soprattutto questo. Perché proprio questo e non altro è puramente soggettivo, come soggettivo è il senso di disagio che mi prende sempre più spesso nel non riuscire a vedere dove mi stanno portando tutti questi binari.  

CC BY-NC-ND 4.0 Tutto insieme by Collateralmente is licensed under a Creative Commons Attribution-NonCommercial-NoDerivatives 4.0 International License.

1 pensato per “Tutto insieme

  1. Un tutto che ci slega? Forse la contemporaneità, ovvero l'insieme di fatti che soverchiano la nostra capacità di approfondimento e partecipazione, costringe a due scelte.
    La prima è quella di allontanarsi quanto basta per vederli tutti e, ovviamente, più ti allontani più perdi i particolari. E' come se fossimo in tantissimi in una piazza e per avere un'idea del fenomeno devo salire su una mongolfiera. Ad un'altezza sufficiente potrò stimare quanti siamo,la direzione del flusso, ma non sentirò più cosa si dice e neanche sarò in grado di distinguere le persone. La seconda è quella di restarci nella piazza ma a quel punto vedo poco, solo quelli che mi stanno vicino. Se poi il corteo cambia direzione magari me ne accorgo quando la prima metà ha già svoltato. Aloha

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