Due portatili, due smartphone, una connessione e la voglia di raccontare qualcosa ai nostri lettori: è questo che abbiamo messo in campo durante il Festival della comunicazione che si è svolto a Camogli dal 6 al 9 Settembre. [QUI la pagina dedicata del blog]

Intanto, il Festival: grande attenzione al livello qualitativo degli incontri, una logistica impeccabile e una cornice, quella di Camogli, davvero bellissima. Workshop, conferenze, dibattiti di livello hanno animato una tre giorni che ha raccolto intorno a sé intellettuali, scienziati, giornalisti e artisti.

Ci siamo divertiti, ci siamo affaticati, abbiamo imparato delle cose e messo in pratica le nostre competenze sempre guidati da quello che che ormai è tutto ciò che ci spinge [a parte voi che ci leggete]: il concetto di qualità.

Più andiamo avanti più ci rendiamo conto che un sacco di cose che dicono non sono vere, ma profezie autoavveranti [e quindi robetta semplice semplice]: 

  • Non è vero che la qualità non paga
  • Non è vero che bastano i social
  • Non è vero che ‘ormai tutti guardano solo più le stories’
  • Non è vero che i blog sono morti

Noi siamo qui, siamo vivi e più andiamo avanti [e lo facciamo, e lo faremo] più siamo convinti che i numeri non sono tutto, che questi sono tempi in cui le visualizzazioni a volte si devono pesare più che contare.

Abbiamo i lettori, sì: vogliamo che aumentino? Certo. A qualunque costo?

No.

Abbiamo fatto un buon lavoro, abbiamo reso un buon servizio a chi a Camogli non c’era, abbiamo mantenuto lo standard qualitativo che ci eravamo prefissati [benché si possa sempre migliorare, tipo sull’audio delle interviste ;)]

Sì lo so che non bisogna dirselo da soli. Lo faccio lo stesso.

Grazie a chi ci ha seguito, grazie a Sara che è stata brava come sempre, anche ad assecondare i cambi di programma repentini del qui presente e scrivente, grazie a tutti quelli che ci hanno dato consigli e che ci hanno criticato.

Al prossimo anno.

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