Oggi nuvole in Sicilia, con relativi pensieri: guardando il mare ho visto un mercantile, uno di quelli diretti chissà dove, carichi di container pieni di chissà cosa. Mi è tornato in mente Fredo, un amico di tanto tempo fa; inseparabili al mare nella comodità dei nostri vent’anni.
Mi chiamò un giorno per dirmi che gli avevano diagnosticato una malattia per la quale troviamo sempre un sacco di nomi vigliacchi: si chiama tumore. Per gli intimi, cancro.
Fece due propositi: fare un giro dei fiordi norvegesi su un battello postale [non era di moda, allora], e poi durare più di nove mesi perché ‘Vorrei che tra oggi e il giorno in cui non c’è più un oggi passasse il tempo perchè venisse fuori una vita, da qualche parte’.
L’ha detta proprio così, ce l’ho segnata in uno dei miei quaderni.
Al ritorno dal viaggio in Norvegia gli chiesi se avesse trovato qualcosa, qualunque cosa, e lui mi disse di sì senza dirmi cosa, giustamente. In quanto ai nove mesi, ce la fece appena in tempo.
“Non ci venire al funerale: nel caso mi faccio vivo io.”
Se so ridere di tante cose è anche grazie a lui.

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