E’ morto Paul Sorvino, a 83 anni. Figlio di genitori italiani, attivo al cinema e in televisione dagli anni ’70, una carriera lunga mezzo secolo, spesso nelle vesti di poliziotto o di gangster. Avrebbe voluto fare il cantante lirico, ma non ci era riuscito, si sposò tre volte, ebbe tre figli (di cui la più famosa Mira, attrice premio Oscar), comparve anche in film e serie di produzione italiana.
Mi piace ricordare tra i tanti personaggi che interpretò, un efficace Henry Kissinger nel film “Nixon – gli intrighi del potere”, il film di Oliver Stone dedicato al presidente americano travolto dallo scandalo Watergate.
Tuttavia, il ruolo che lo consacrò nell’immaginario collettivo del grande pubblico, fu quello di Paul Cicero, detto Paulie, gangster di quartiere in “Quei bravi ragazzi” (Goodfellas – 1990) di Martin Scorsese. Taciturno, compassato, con il sigaro perennemente acceso e lo sguardo torvo, era semplicemente perfetto. Non avresti voluto averlo come tuo boss e farlo incazzare, è quasi banale dirlo, ti avrebbe incenerito solo con gli occhi. Indimenticabile vederlo tagliare veline di aglio con un rasoio, per la cena in cella, con addosso un accappatoio azzurro.
Ci mancherà.
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