Giuseppe Tornatore ha dedicato un documentario bellissimo al grande Ennio Morricone (1928-2020), di cui è stato amico per trent’anni. La narrazione ripercorre tutta la vita del Maestro, dall’infanzia in cui il padre gli impose di imparare a suonare la tromba, passando allo studio al conservatorio di Santa Cecilia, fino ai primi lavori in Rai. Ma il successo arriva prima con l’arrangiamento di alcuni pezzi di cantanti per la RCA (da Morandi a Paoli, da Mina a Paul Anka), poi con le prime colonne sonore, che gli fanno acquisire una certa notorietà di pubblico, ma anche scontare l’ostilità di colleghi, i quali consideravano la musica da film un lavoro quasi volgare. La consacrazione arriverà a distanza di decenni, con un Oscar alla carriera nel 2007, dopo una serie di candidature andate a vuoto, e uno per la miglior colonna sonora di “The hateful eight” nel 2016. Il tutto su una vita lunghissima, fatta di concerti in giro per il mondo, centinaia di colonne sonore scritte e orchestrate, tributi ovunque. E non è un caso che Tornatore intervisti decine di personaggi: compositori, musicisti, registi, produttori, attori… impossibile elencarli tutti, ci si può divertire con alcune chicche che questi raccontano. Ma soprattutto con il filo conduttore che Morricone stesso fa: raccontandosi, ora commuovendosi, ora scherzando, a volte con tono burbero, a volte con tenerezza. Egli si offre anche fisicamente alla telecamera di Tornatore, senza riserve. Il regista ha fatto un lavoro sulle interviste e sul materiale d’archivio che deve essere durato anni.
E’ una festa per le orecchie, questo documentario di quasi 3 ore che, però, corrono veloci. E anche per gli occhi: alle musiche di Morricone sono spesso associati film che hanno fatto la storia del cinema, a volte proprio per quelle note che accompagnavano scene impresse nella nostra memoria collettiva.
Se amate il cinema e la musica, non potete perdervelo!
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