31 dicembre vuol dire un nuovo bilancio letterario!

Quest’anno aNobii mi dice che ho letto 30 libri per un totale di 9.490 pagine. Sempre troppo pochi, soprattutto dopo un giro in libreria che ha attirato la mia attenzione su troppi titoli che vorrei leggere.

Mi sento comunque positiva, quindi cominciamo dai libri che davvero meritano. Ho finalmente trovato la risposta alla domanda “Qual è il tuo libro preferito?”: Una vita come tante, di Hanya Yanagihara. Io non ho parole per descriverlo, tranne un “È tutto”. Però mi piacciono quelle usate nella descrizione della quarta di copertina: vasto come un romanzo ottocentesco, brutale e modernissimo per i suoi temi […] avvincente e ipnotico […] forza narrativa. In quelle pagine ho davvero trovato tutto quello che cercavo e ancora adesso, a distanza di settimane, ci penso tutti i giorni.

Il secondo libro più bello di quest’anno è stato Piranesi di Susanna Clarke, uno di quei libri che definisco ‘geniali’ per l’estrema originalità. Un mondo onirico e mai letto prima, a tratti angosciante ma mai pesante. E parlando di originalità, non si può non citare Amélie Nothomb con Le Catilinarie (mentre l’ultimo uscito, Il libro delle sorelle, mi ha un po’ deluso). Seguono La danza dei lebbrosi, di un inaspettato Leonard Cohen scrittore (un romanzo breve e alcuni racconti vivaci e di buona compagnia, che ho scoperto per lavoro) e Il volto del male di Stefano Nazzi, da leggere rigorosamente con la sua voce, perché Indagini è il podcast rivelazione di questi ultimi due anni e Nazzi è un giornalista e un narratore inusuale e precisissimo di cronaca nera e giudiziaria.

Quali libri cestino? Due libri che ho letto per lavoro, quindi non ho potuto abbandonare a metà (o prima della metà): L’albero delle arance amare di Jokha Alharthi, con i suoi tempi verbali a caso e una storia famigliare che non sono riuscita a seguire, e L’educazione sentimentale, Flaubert nella nuova edizione Bompiani non ancora uscita: noioso come non mai, pagine e pagine a parlare di soldi, noiosi pranzi e cene in compagnia, noiosi eventi mondani e poca trama. Sarà un classico, ma non l’ho proprio retto.

Per iniziare l’anno nuovo mi aspetta come di consueto Donato Carrisi! L’educazione delle farfalle inaugurerà un 2024 di letture, seguito da Castelli di rabbia, Alessandro Baricco, e il mio esordio con Bukowski, con Storie di ordinaria follia… sì, ho già la tabella di marcia per il mese di gennaio!

Buone letture anche a voi!

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