Capita a volte che mia figlia mi chieda un’opinione su una certa canzone: il 90% delle volte abbozzo un ‘Eh…carino, sì’, il 9% delle volte dico “Apperò: bello”. Il restante 1% è riservato al ‘Non si può ascoltare, abbi pazienza’. Mi becco del pesantone ma è tutto normale: boyband, qualche sonora fetecchia, alcune ottime intuizioni e il resto verrà a furia di ascoltare musica. E’ stato così per tutti.
Per me era più difficile e a dirla tutta non rimpiango affatto i tempi in cui per ascoltare un disco (ho detto disco. Non cd) dovevo fare operazioni complesse che adesso hanno un sapore vagamente mitologico.
Mi è venuto in mente di scrivere qui e così mentre ascoltavo (mio malgrado) l’ultimo singolo di Max Pezzali per radio: malinconie varie, i bei tempi andati, gli anni delle compagnie numerose, come era bella lei che adesso è sposata (ovviamente con un suo amico, perchè la regola dell’amico eccetera eccetera).
Pezzali è probabilmente l’unico cantante che a 5 anni cantava con nostalgia di quando ne aveva 3.
Ma tant’è, mi sono seduto e ho ascoltato il pezzo che mia figlia voleva condividere con me, cercando nel mentre di comparare quello che stava facendo lei e quello che facevo io riguardo alla musica.
La premessa per questo gioco è semplice: ho ascoltato per radio questo pezzo di X, e vorrei ascoltarlo.
Lei:

  • Accende il portatile
  • Attende la connessione wi fi
  • Apre Spotify
  • Scrive nella barra di ricerca: X
  • Ascolta il pezzo

Poi, in subordine:

  • Lo inserisce in una sua playlist
  • Interroga Spotify su eventuali altri brani che potrebbero essere affini allo stile di X
  • Guarda le playlist dei suoi amici o di altri milioni di persone che hanno playlist con pezzi di X o di chi per lui.

Tutto questo, gratis.

Io:

  • Mentre sento il pezzo alla radio mi scapicollo in cerca di un foglio e di una penna per segnarmi titolo e artista.
  • Cerco di chiamare una radio per fare andare di nuovo il pezzo e magari dedicarlo all’amichetta di turno, ma non ci riesco mai perchè la linea è sempre occupata [c@zz0!]
  • Chiedo il permesso di uscire per prendere un pullman e andare in centro, da Ricordi, da Maschio o meglio ancora da Rock and Folk. Se è giorno. Se no, ciccia: se ne parla il giorno dopo.
  • Entro nel negozio e inizio a pregare alcuni Dei dell’antichità perchè il disco non sia esaurito.
  • Il disco c’è: sgancio un cinque (mila. Lire) se è un 45 giri. Quattordici (mila. Lire) se è un 33.  Se il disco non c’è, ciccia come sopra.
  • Torno a casa, e nel caso sia un album prego altri Dei antichi che X abbia fatto tutti pezzi buoni come il singolo che ho sentito per radio. (E’ accaduto assai raramente).

Quindi per cosa dovrei provare malinconia?
“Papà, ti è piaciuto allora?”
“Un sacco. Me lo fai riascoltare?”

Click.

P.S. Ma vuoi mettere la profondità del suono del vinile, e vuoi mettere la bellezza delle copertine del disco, e vuoi mettere le code davanti a Rock and Folk per l’uscita di quell’album, e i negozietti indipendenti e blablablablablablabla……….

CC BY-NC-ND 4.0 Spotify e 0 rimpianti (Ok, Pezzali?) by Collateralmente is licensed under a Creative Commons Attribution-NonCommercial-NoDerivatives 4.0 International License.