Immaginate un luogo dove l’ispirazione non scorre in un feed verticale, ma ti avvolge completamente, come se camminassi all’interno di una gigantesca mood board. Questo è Soot, una piattaforma visiva che richiama vagamente Pinterest, Behance o Instagram, ma con un’anima e un’ambizione completamente diverse.

Con 7,7 milioni di dollari di finanziamento alle spalle, Soot non punta a diventare il prossimo social network. La sua missione è più radicale: ripensare da zero l’esperienza visiva digitale. Invece di mostrarti una sola immagine alla volta, ti mette davanti centinaia, migliaia di contenuti contemporaneamente, organizzandoli in una mappa visiva fluida e navigabile.

Così:

Soot sfrutta una combinazione di intelligenza artificiale, grafica computazionale e visualizzazione dati per disporre le immagini secondo somiglianze visive o metadati, come il nome di un artista. Il risultato? Non una griglia rigida, ma un paesaggio visivo organico e mutevole. Un po’ tavolozza di un pittore, un po’ atlante ispirazionale, da esplorare liberamente con il cursore.

Prendiamo il catalogo del Guggenheim: con un semplice movimento dello schermo, ti ritrovi a viaggiare dagli impressionisti come Monet ai futuristi come Severini, fino alle esplosioni astratte di Kandinsky. Ogni opera può essere esplorata in dettaglio, ma la vera magia sta nel quadro d’insieme: un caos armonioso che racconta storie e connessioni inaspettate.

Ciò che colpisce è quanto tutto questo sia fluido e reattivo, anche su un vecchio laptop. Nessun rallentamento, nessuna ventola impazzita: Soot scorre leggero, dimostrando che i nostri dispositivi sono capaci di molto più di quanto gli chiediamo oggi.

Lo zoom con la rotella del mouse è immediato, e le immagini si muovono insieme, come un banco di pesci. Il risultato è un’esperienza tridimensionale che supera il semplice “scroll”: è una vera e propria esplorazione nello spazio X, Y e Z. Un viaggio visivo libero, non dettato da un algoritmo ma da una curiosità personale.

In un’epoca dominata da feed uniformi e immagini isolate, Soot ci ricorda quanto possa essere ricca, profonda e coinvolgente l’esperienza visiva quando viene progettata con attenzione e libertà. Non è solo una piattaforma, è uno spazio creativo da abitare.

Mi ci sono immerso, pensando, come al solito, a Gibson: quanto appare vecchio e polveroso il termine ‘Cyberspazio’? Tanto. Però forse sta arrivando davvero.

CC BY-NC-ND 4.0 Soot: qualcosa sta cambiando by Collateralmente is licensed under a Creative Commons Attribution-NonCommercial-NoDerivatives 4.0 International License.