Paolo (L. Marinelli) vive in riva al mare, dove gestisce un bar/stabilimento balneare in una zona poco turistica e popolata. Un giorno arriva Leo (J. Grabenhenrich), sua figlia quindicenne, che non ha mai visto e che abita in Germania con la madre. Paolo non è assolutamente pronto a quell’incontro, quindici anni dopo essere diventato padre, appena ventunenne. E’ un uomo che è fuggito alle sue responsabilità, sentendosi inadeguato e spaventato.

Leo è una ragazza che oscilla tra il risentimento e la curiosità di conoscere il genitore, tra la rabbia per essere stata abbandonata e l’istinto ad avvicinarsi al padre. Intorno al loro rapporto, ora con slanci di tenerezza, ora con scontri viscerali, si muovono Edoardo, giovane ragazzo che diventa amico di Leo e Valeria, compagna di Paolo, con il quale ha avuto una bambina di nome Emilia. Epilogo catartico e sospeso.

Alissa Jung, nella vita moglie di Marinelli, dirige un film intenso e genuino, senza concessioni alla lacrima facile. La narrazione è fatta di silenzi, sguardi, ellissi, emozioni trattenute, ma anche esplose, incomprensioni e contrasti, affetto e paura che si mescolano, passaggi simbolici a volte intrisi di poesia. La cornice del racconto è quella di un luogo di mare grigio, pieno di foschie e poco soleggiato, scelta funzionale alla storia. Luca Marinelli, neanche a dirlo, bravissimo, con una buona compagnia di interpreti, compresi i giovanissimi attori che prestano il viso a Leo ed Edoardo.

Bella fotografia ed efficace colonna sonora, la pellicola è rigorosamente in lingua originale con sottotitoli. Se vi piacciono le storie di padri e figli(e), è il film che fa per voi!

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