«Lo stampato lo sapeva leggere, mettendoci il suo tempo: lo scritto è un altro par di maniche»
I promessi sposi – Alessandro Manzoni

Erano i primi di luglio quando mi è stata fatta questa proposta del tutto inaspettata: “Vorrei strutturare di più il blog. Mi piacerebbe che ci scrivessi su, di libri”. L’idea mi è subito piaciuta, amo la lettura e sono nata e cresciuta in mezzo ai libri, ma non sono affatto sicura di essere all’altezza della richiesta. Insomma, io leggo (abbastanza, ma comunque troppo poco rispetto a tutti i libri che esistono e andrebbero letti) ma scrivere una recensione, fare una valutazione di un’opera altrui, è un altro paio di maniche. Però ci provo, senza troppe aspettative.
Inizio questa nuova esperienza con una scoperta di qualche mese fa: una piccola casa editrice nata da appena un anno (CasaSirio) davvero speciale per il modo di parlare dei suoi libri e accompagnare gli autori nelle presentazioni. Copertine lontane dagli standard attuali (che consistono per lo più in faccioni, colori sgargianti e grafiche improponibili), un formato piccolo e maneggevole e carta riciclata. Perchè oltre al contenuto, i libri sono anche questo: un’equipe che lavora dietro le quinte per creare un oggetto libro altrettanto valido di quello che racchiude.
Ti scriverò prima del confine è una piccola chicca che si ha quasi paura di turbare parlandone troppo. Un Fatto che lascia in fin di vita il protagonista M***o per poi catapultarlo suo malgrado sotto i riflettori dei media. M***o conosce così lo staff della clinica in cui è ricoverato e gli altri pazienti, una tra tutte Giulia, stanza 27, alla quale inevitabilmente finirà per legarsi in un modo speciale e unico, attraverso un reciproco racconto di attimi di vita passata.
Ma Ti scriverò prima del confine non è solo questo. Ho una parola sulla punta della lingua che non riesco ad afferrare e quella parola racchiude la semplicità, la delicatezza, la spontaneità e la genuinità che ho trovato in ogni pagina di questo libricino.
Non era scontato che un giornalista sportivo riuscisse così bene nel cimentarsi con un altro tipo di scrittura. Gli scaffali sono pieni di libri scritti da persone che nella vita fanno tutt’altro e pensano di potersi improvvisare scrittori grazie anche alla possibilità di autopubblicarsi.
E invece Diego Barbera riesce a creare un piccolo mondo ovattato dove tutto viene attenuato e ricondotto a dimensioni più umane. Anche il dolore più straziante è una piuma che si posa delicatamente, l’amore rimane un sentimento mai nominato e lasciato ai piccoli gesti, la paura non travolge tutto il resto e le vite dei personaggi sono affidate a pillole di racconti e disegni.
Fuori da quel mondo c’è il tempo che corre a velocità insostenibili, persone che si sfiorano senza mai conoscersi veramente, giornalisti che rincorrono avvenimenti qualunque trasformandoli in notizie scoop. Qualsiasi riferimento al mondo reale viene censurato, nascosto dietro ad asterischi.

Insomma, mettendoci anche un pizzico di campanilismo: un gruppo di giovani che usciti dalla Scuola Holden di Torino mettono su una casa editrice, uno scrittore Torinese e una storia unica e allo stesso tempo universale… il risultato è davvero ottimo!

CC BY-NC-ND 4.0 Ti scriverò prima del confine by Collateralmente is licensed under a Creative Commons Attribution-NonCommercial-NoDerivatives 4.0 International License.