Da un po’ di tempo a questa parte mi chiedo in quali tempi stiamo vivendo, cercando di fare un parallelo con altre epoche. Me lo chiedo e me lo richiedo, ma non ne vengo a capo. Forse nessuna epoca è assimilabile ad un’altra, non lo so.
Mi viene però in mente la previsione di William Gibson, che con i suoi libri ha tratteggiato un futuro piuttosto cupo, una sorta di medio evo ipertecnologico dominato dalle corporazioni.
Forse è questa l’epoca in cui viviamo. Muri che si alzano, fenomeni da circo che diventano presidenti di potenze continentali, rabbia e paure che camminano a braccetto.
Il medio evo è stato un periodo piuttosto lungo incastrato tra i V e il XV secolo, durante il quale ne sono successe di ogni [mi perdoni chiunque si occupi in modo approfondito o professionale di Storia, perché la sto dicendo malissimo]; solitamente il solo appellarsi al medio evo sta a connotare qualcosa di oscuro, di becero o retrivo. Medio evo è sinonimo di brutto, insomma.
Non è così, però: non si passava il tempo a bruciare streghe e ad ammazzarsi per strada: perlomeno, non si passava tutto il tempo a compiere simili pratiche. Durante il medio evo arte e cultura sono stati il vessillo di una resistenza umana che mi piace immaginare come un fiume in piena che poi ha formato un mare immenso.
E’ per questo che sono sempre più attratto dalla sfera culturale ed artistica, in ogni sua forma. E’ per questo che sempre più spesso rinuncio in partenza alla polemica politica che, addì 4 maggio 2017 vede le sorti mondiali appese al parrucchino di Trump e all’inadeguatezza di un’Europa sempre più balbettante e persa.
Tutto questo per dire che sono stato coinvolto da Marzia [che collabora al blog, come ben ricorderete..] in un progetto che mi piace molto: si chiama ‘Metti in piazza la cultura‘, è alla sua quarta edizione ed è il tentativo di coinvolgere le persone [ancor prima dei cittadini. Siamo prima persone e dopo cittadini] in qualcosa che ha a che fare con l’energia, con la bellezza.
E’ un bel modo per attirare fuori la cultura dai palazzi, dai musei, dai teatri e di portarla a prendere aria in mezzo a chi vorrà respirarne un po’.
A me il progetto piace: vi invito a venire a dare un’occhiata.
Metti in piazza la Cultura [ed altre considerazioni] by Collateralmente is licensed under a Creative Commons Attribution-NonCommercial-NoDerivatives 4.0 International License.
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