Fosse stato voluto, non sarebbe comunque successo con queste tempistiche: Annie Ernaux ha vinto ieri il premio Nobel per la Letteratura, e a inizio settimana io ho iniziato a leggere uno dei suoi libri, determinata poi a recensirlo.

Nelle motivazioni dell’assegnazione del premio, l’Accademia di Svezia scrive: “In her writing, Ernaux consistently and from different angles, examines a life marked by strong disparities regarding gender, language and class. Her path to authorship was long and arduous.” Più avanti, definisce L’evento un “testo spietatamente onesto” e dice ancora: “Annie Ernaux crede manifestamente nella forza liberatrice della scrittura”.

Il suo stile non si perde in inutili fronzoli e descrizioni prolisse: è concisa, va dritta al punto senza mezzi termini e solo in alcune brevi premesse si può cogliere una piccola incertezza prima di sferrare un colpo. Un colpo, sì, perché nella sua vita ha incontrato ostacoli che hanno segnato i suoi 82 anni: la morte della sorella di 6 anni, mai conosciuta, un aborto, la separazione dal marito, un tumore, la morte della madre. Tutti elementi che si ritrovano nei suoi libri, in gran parte autobiografici.

E quindi veniamo a L’evento.

1963, Francia. In quegli anni l’aborto è ancora illegale (sarà legalizzato nel 1975 grazie alla legge che porta il nome della ministra della Salute Simone Veil): le pene sono la detenzione, sanzioni pecuniarie per la donna che viene scoperta ad abortire, per il personale sanitario e per qualsiasi persona abbia fatto propaganda abortista e anticoncezionale; ma anche il rischio di perdere il permesso di soggiorno e la professione medica per le persone coinvolte.

Annie Ernaux racconta la se stessa ventitreenne, giovane studentessa di Rouen, che rimane incinta di un ragazzo, P. [i nomi sono tutti abbreviati con l’iniziale, per non rendere riconoscibili le identità]. Prima la negazione, poi la paura, poi ancora la ricerca angosciosa di un medico clandestino; ma sempre la forte determinazione di non voler tenere quel bambino.

Tutto intorno la vita da studentessa, con i pensieri che lasciano poco spazio allo studio, gli esami arretrati, la vita da fuori sede, le feste, ma soprattutto le amiche e gli amici con cui è incerta se confidarsi.

La rete di legami sembra procedere per eliminazione: prima si esclude e ci si protegge dalla gente che si ha intorno, poi si allontanano gli amici, poi si simula la normalità con i genitori, subito dopo il tira e molla con i medici, infine anche la perdita del sottile legame con una compagna di studi che aveva abortito clandestinamente. Non c’è spazio per l’empatia tra i personaggi, c’è solo una successione di azioni e attese.

Annie Ernaux firma un altro scorcio sulla sua vita, intervenendo più volte nella narrazione per ricordare a se stessa la missione: riportare su carta quei mesi di tanti anni prima, con le emozioni, i dettagli e i luoghi vissuti, senza scadere nel sentimentalismo. Come nei miti antichi, racconta un avvenimento personale che però diventa una “esperienza umana totale”.

Pubblicato nel 2019, L’evento non smette di essere attuale in realtà odierne in cui l’aborto è ancora illegale o, pur essendo legale, incontra ostacoli, opposizioni e lungaggini nell’applicazione.

Pubblicato da: L’Orma editore, novembre 2019
Pagine: 120
Traduzione: Lorenzo Flabbi
Dal romanzo è stato tratto nel 2021 il film La scelta di Anne – L’Événement, diretto da Audrey Diwan, che ha vinto il Leone d’oro al miglior film alla 78ª Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia.

CC BY-NC-ND 4.0 L’evento [e un Nobel] di Annie Ernaux by Collateralmente is licensed under a Creative Commons Attribution-NonCommercial-NoDerivatives 4.0 International License.