Rarissimamente mi è successo di non volere che un libro finisse; meno di una decina di volte. Quella sensazione strana, quel desiderio di prolungare una lettura assoluta, consapevole, meditata, concentratissima.
Mi è successo con Hemingway, con Steinbeck, con Tolstoj, con Littel, con Hugo e con pochissimi altri.
Saul Bellow con ‘Herzog‘ non solo mi sta provocando sensazioni simili, ma va oltre: mi costringe a leggerne poco alla volta, non più di 15 pagine al giorno.
Non voglio finisca, mi trovo in quel personaggio [così come mi sono ritrovato in molte parti del ‘Dono di Humboldt]. Mi sto dando una disciplina di sottrazione del piacere per poterlo prolungare.
Lì dentro c’è troppa, davvero troppa bellezza, capacità narrativa, ironia, filosofia; in una storia che appare reale e quotidiana come le nostre.
È una fatica chiudere il libro, ma non voglio che finisca pur sapendo che finirà.
Vi è mai successo?
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