Chi conosce qualche curiosità su di me, sa bene che tendenzialmente non sopporto il Capodanno come concetto e come festa. Si porta dietro una retorica di bilanci e buoni propositi che ho sempre faticato a stilare anch’io.
Tuttavia l’unico bilancio su cui mi soffermo da qualche anno riguarda i libri, dato che la mia fidata libreria su aNobii mi aggiorna sulle statistiche di lettura. Posso quindi dire che in questo 2016 ho letto 30 libri per un totale di circa 8232 pagine.
Al di là dei numeri, il sottofondo di questo anno ha visto tra i tanti avvenimenti, la morte di Harper Lee a pochi mesi di distanza dalla pubblicazione di Va, metti una sentinella, il seguito (in realtà scritto prima) di Il buio oltre la siepe.
È stato l’anno delle complicate vicende legate alla chimera Mondazzoli prima, e al Salone del Libro di Torino poi. Per finire con l’innovativo premio Nobel per la letteratura a Bob Dylan.
Ma per quanto riguarda me, di questo anno di libri ricordo la stanchezza e la fatica che hanno appesantito le mie letture. Ho letto poco e (spesso) male, trascinando vari libri anche per mesi interi in un continuo tira e molla. Ho cercato libri che potessero pensare (e a volte anche parlare) al posto mio ma raramente ho trovato quello che cercavo.

Posso dire di ricordare bene alcuni posti dove ho letto: il mio solito rifugio a Camogli; una vecchia casa in mezzo ai vigneti a Cassine resa calda e luminosa da una persona speciale e due cani meravigliosi; il cortile dell’Università dove ho ripreso a frequentare le lezioni.
E poi ricordo alcuni libri che hanno lasciato il segno.
Il corpo non dimentica, di Violetta Bellocchio (ed. Mondadori) primo di una lunga serie di libri consigliati da chi sa cosa cerco e cosa voglio leggere.
Lolita, di Vladimir Nabokov (ed. Adelphi) un regalo inaspettato che è stato anche il mio primo incontro con “i russi”, erroneamente tenuti lontani troppo a lungo. Al di là della storia, sono rimasta incantata dallo stile.
Elektra Assassin di Frank Miller con i disegni di Bill Sienkiewicz (ed. Panini Comics) osservato con circospezione perché non frequento molto il mondo dei fumetti, ma già dopo poche pagine è stato impossibile non cedere al fascino e alla potenza della protagonista nella sua veste originale.
Non posso parlare di vere e proprie delusioni perché leggendo alcuni libri sapevo a cosa andavo incontro. Con stupore mi sono arenata a metà del Giovane Holden… chissà, forse letto a un’età ormai “tarda”, o nel momento sbagliato. Scorrevo le parole e non trovavo nessun aggancio con il protagonista e lo stile asciutto e colloquiale rendeva tutto troppo veloce.
Senza troppi ripensamenti, poi, devo sconsigliare il tanto acclamato best seller del 2015 La ragazza del treno di Paul Hawkins (ed. Piemme). I richiami a Gone Girl di Gillian Flynn (che avevo amato: perverso, allucinato e magistralmente costruito) si notano chiaramente ma ne viene fuori davvero una brutta copia che non capisco come possa esser diventato caso letterario.
Del film uscito in questi mesi faccio volentieri a meno, grazie.
Come contorno alle letture, di questo 2016 sono felice di ricordare l’incontro con Diego Barbera (avevo parlato del suo romanzo qui e continuo a parlarne più o meno a tutti) al Salone del Libro e naturalmente ringrazio chi ha reso economicamente meno traumatiche le mie incursioni in libreria (Rocco, Joselle, Luca e Davide la carta regalo della Feltrinelli è stata un pezzetto di Paradiso!)
Termino l’anno con una tradizione: una trasferta al mare leggendo un thriller di Donato Carrisi, l’ultimo uscito: Il maestro delle ombre che dopo la bruciante delusione della Ragazza nella nebbia non può più permettersi di sbagliare.
Non ho buoni propositi per il 2017, titoli e autori affollano sempre nella mia lista dei desideri e di sicuro continueranno ad affollare anche i giorni del mio prossimo anno.
Buon anno anche da me!

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