Così, parlando con mia figlia decenne, stamattina ho ben avvertito i pericoli insiti nel processo di invecchiamento cui mio malgrado sono sottoposto. Uso il termine invecchiamento non a caso, perchè l’anzianità è ineludibile, ma l’invecchiamento è arginabile perlomeno in qualche misura. Oggi forse l’ho arginato.

Durante il tragitto che percorriamo tutte le mattine per andare a scuola, ascoltiamo musica e chiacchieriamo: è un bel momento.
Alla radio è passato un pezzo di Katy Perry, e mia figlia intonando la canzone muoveva la testa a ritmo. Poi mi ha detto: “Forte Katy Perry, eh?”; l’ho fissata un attimo con l’intenzione di dire la seguente frase:
Seh, seh, non c’è male, simpatico motivetto pop, però…Però dai, il pop è proprio andato giù. Vuoi mettere Katy Perry con, che so, la Madonna degli anni 80?”
Non l’ho detto solo perchè ho visto una scritta fiammeggiante sul parabrezza dell’auto, che diceva
V.E.C.C.H.I.O.
 
Ma vecchio vecchio!
Ce l’avevo proprio lì in punta di lingua quella frase, e nel ricacciarla dentro mi sono guardato nello specchietto retrovisore per guardare i miei capelli che imbiancano, sempre mio malgrado.
Se avessi detto quella frase invece di quello che ho poi detto, ovvero: “Oi, è forte sì Katy Perry, un bel po’. Anzi, un bel pop!”, avrei guadagnato un capello bianco in più e perso il sorriso che mi ha fatto mia figlia.

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