Cassie (C. Mulligan) ha trent’anni, vive ancora con i suoi genitori, ha lasciato medicina 7 anni prima e lavora in una caffetteria. Ogni settimana va in qualche locale, si finge completamente ubriaca, aspetta che qualche ragazzo si offra di accompagnarla a casa, salvo poi rivelare la sua completa lucidità un attimo prima che ci si approfitti di lei. Questa sua personale vendetta verso gli uomini ha origini pregresse, in un trauma che in qualche modo l’ha segnata nel passato e che non riesce a superare. Ci prova quando incontra Ryan (B. Burnham), giovane pediatra, dai modi gentili e l’umorismo affascinante: ma si sa, i fantasmi interiori sono difficili da far scappare.

Emerald Fennel scrive e dirige un cocktail strano, eppure efficacissimo: mescola umorismo nero, commedia, dramma, ironia beffarda, sarcasmo feroce. Il tutto girando intorno a temi molto delicati: lo stupro, le molestie, il machismo, la colpevolizzazione delle vittime, l’indifferenza dei tanti.

Oggi più che mai attuale, con una Carey Mulligan in stato di grazia e un finale che non ti aspetti. Cinque candidature agli Oscar, un meritatissimo premio per la miglior sceneggiatura originale.

 

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