Anora (M. Madison) è una giovane spogliarellista che lavora in uno strip club di New York. Quando conosce il ventenne Ivan (M. Eldel’stejn), figlio unico di una famiglia di ricconi russi, scatta subito una forte attrazione. I due passano insieme una settimana di follie a spese del ragazzo e poi si sposano a Las Vegas, incoscienti e travolti dal miraggio del denaro sperperato e dalla loro giovane età. Quando i genitori di Ivan scoprono delle nozze vanno su tutte le furie, inviano nella villa dei due sposini tre scagnozzi, pretendendo che il matrimonio venga annullato. Le conseguenze si spalmeranno su poco più di 24 ore turbolente e allucinanti.

Sean Baker (“Un sogno chiamato Florida”) scrive, dirige, monta e coproduce una divertente commedia nera, con echi ai film dei Coen, pervasa da un’esilarante vena di umorismo politicamente scorretto. C’è tutto quello che un certo perbenismo non può digerire: linguaggio volgare, contenuti sessuali, alcool e droghe, violenza verbale e fisica (quasi sempre tragicomica). In controluce, ad osservarlo bene, è il ritratto di una società dei consumi e dell’alienazione, dove i soldi contano più del resto e le figure adulte non sono credibili. Ottimo il cast (anche nei comprimari), con una determinata Mickey Madison nei panni di Anora e un ipercinetico Mark Eldel’stejn, viziato e vigliacco figlio di papà.

Paragonarlo a “Pretty woman”, come alcuni hanno fatto, è fin ridicolo. Palma d’oro al Festival di Cannes 2024. Da vedere, se possibile, in lingua originale.


E’ successo di nuovo, incredibilmente.

Zummone ed io siamo tornati al cinema, insieme.

La doverosa premessa è che, pur sentendoci molto spesso, gli incontri di persona sono assai rari e questo rivedersi nel giro di un paio di mesi, tanto più per tornare al cinema, è inusuale e speriamo non foriero di calamità o invasioni di cavallette (nel caso, scusateci).

Forte della precedente Esperienza, decidiamo di incontrarci per tempo, addirittura cenando assieme. E l’evitare di arrivare all’ultimo minuto ci ha certamente premiato, perché questa volta a vedere Anora non eravamo una manciata di persone, anzi. Alle già note categorie di comari e zummoidi si unisce un variopinto sottobosco di persone dall’apparenza normale, della nostra età o più giovani,  prive di quell’aria da critico cinematografico in incognito sempre pronto a interrogarmi per verificare se sono degna di sedere in sala. Insomma, in breve, mi sono sentita a mio agio.

Per la recensione vera, come sempre, rimando all’esperto. Dal canto mio posso però dirvi che Anora è un film che ho molto, molto apprezzato. Sia per quello che porta sullo schermo, sia per quello che decide di non portare. Mi aspettavo, data la trama, un indulgere morboso sulle scene di sesso, che invece sono realistiche ai limiti del grottesco (e certamente brevi). Mi aspettavo, anche, molta più violenza, che invece è ridotta ai minimi termini e se non mi sbaglio,  nelle due ore di proiezione, non compare nemmeno brevemente un’arma da fuoco. Quel che non mi aspettavo, invece, era di ridere così tanto, e così di gusto. Igor è un personaggio che ha fatto subito breccia nel mio cuore.

In conclusione ringrazio Zummone per avermi concesso nuovamente di accompagnarlo al cinema, senza avermi fatto pesare il non trascurabile dettaglio che anche stavolta il film, teoricamente in lingua originale inglese, si è parlato per più della metà del tempo in russo e in armeno, con un affollarsi di sottotitoli sullo schermo.

PS sì, anche in Anora fumano tantissimo, ma stavolta è stato più facile!

CC BY-NC-ND 4.0 Anora [recensione doppia con Elena Maldi] by Collateralmente is licensed under a Creative Commons Attribution-NonCommercial-NoDerivatives 4.0 International License.