Che volete farci: per chi è nato nei ’70 e ha seguito il Pirata Harlock, andare a vedere il film nelle sale in questi giorni era quasi un dovere.

Solo che invece di trovare questo:
Io e gli altri della banda di quarantenni accorsi al cinema abbiamo trovato un polpettone visivamente impeccabile ma pesante come un macigno e per di più incomprensibile.
Oltre che troppo, davvero troppo lungo. (Eh, ho scoperto che per noi quarantenni il secondo spettacolo durante la settimana è diventato un problema non da poco..).
Che dire: sapevamo che non avremmo assistito ad un capolavoro di Sergio Leone, per carità, ma ci siamo trovati di fronte ad una storia che nulla ha a che vedere con la trama dei cartoni del ’78, ed in più si è rivelata frutto di una sceneggiatura raffazzonata e a tratti grottesca.
E’ un peccato perchè dal punto di vista tecnico e visivo il film è impeccabile, con una cura del dettaglio quasi maniacale (la Toei Animation è viva e lotta insieme a noi) e un impianto scenico 3d che per una volta restituiva funzione se non dignità agli occhialini forniti alla cassa.
Di godibile rimangono alcune scene di battaglia tra le astronavi e qualche soluzione tecnico/fantascientifica che, benchè non nuova, si dimostra non priva di attrattiva. La navigazione ‘skip’ su tutte. E l’Arcadia è ben fatta (quando non fa a sportellate nello spazio profondo con altre navi, che manco Valentino Rossi con Gibernau in MotoGp un po’ di anni fa…)
Il resto è noia, filosofia spiccia da monaco zen di quart’ordine, incongruenza e la ficcante nostalgia per il Capitano che ci faceva sognare in quegli anni là, e che in quegli anni rimane, intoccabile.

CC BY-NC-ND 4.0 Quando il bello ha un saporaccio. Harlock, il film by Collateralmente is licensed under a Creative Commons Attribution-NonCommercial-NoDerivatives 4.0 International License.