Blog

In macchina con Kant, Aristotele e Socrate

Oh. Oh. Oh.
La tipica risata del ciccione vestito di rosso brandizzato dalla Coca Cola tempo fa ed entrato nell’immaginario collettivo dei bambini, nonchè nei miei pensieri più ostili.
Cerco di evitarlo come la peste, ma tant’è: in un certo periodo dell’anno è davvero impossibile non vederlo, e me ne sono fatto una ragione.
Il ciccione, insieme a tutto il caravanserraglio festaiolo e regalizio è passato, e pensavo se ne sarebbe riparlato tra poco meno di un annetto…Invece no.
Insieme a mia figlia, stavo riaccompagnando a casa due sue amichette: il loro piacevole chiacchiericcio semicospiratore si confondeva con la radio. Divertente vederle tutte e tre nello specchietto retrovisore: risate limpide, segreti divertenti, una specie di bel tempo in macchina.
Vista la vicinanza era inevitabile che sentissi i loro discorsi, ma cercavo di tenermi concentrato sulla musica per una sorta di riguardo e riserbo nei loro confronti. Non sono un impiccione, io. Non ho proferito motto nemmeno quando una delle tre bimbe ha detto “Questo qua che canta ha una voce strana: mille volte meglio Justin Bieber”.
‘Questo qua che canta’ era Freddie Mercury, ma io zitto. Ho attribuito la lieve sbandata della macchina a qualche dosso sulla strada.

Così, di canzone in canzone e di chiacchiera in chiacchiera, arriva quel silenzio consapevole e tranquillo, un riposo della favella che serve ai bambini a ricaricare le pile.
“Ma voi ci credete a Babbo Natale?”, chiede una delle tre. Le mie mani si sono strette al volante e
La conversazione che ne è seguita, è stata per me una lezione indimenticabile. Intendo lezione nel senso letterale del termine, perchè ho ascoltato delle cose in fatto di libertà di pensiero che non ritenevo potessero abitare in cervelli così giovani.
Ne è venuto fuori che una ci credeva, l’altra no e la terza così così.

  • “Ma io ho visto che la letterina con cui Babbo Natale ringraziava dei biscotti aveva la calligrafia di mia madre!”
  • “Epperò io sono sicura che un microscopio come quello che ho ricevuto i miei mica potevano permetterselo (!). E poi con questa recessione (!!!). Deve esssere stato Babbo Natale per forza!”
  • “Mah, non so, io penso che se non ci credi non c’è di sicuro. Se però ci credi mica ci perdi niente, no?”
  • “Vabè, però scusate, se uno crede solo a ciò che vede è finita tutta la poesia. E’ come pretendere di vedere Gesù Bambino nella grotta su Youtube(!!!!!!!!!)”.
Ma quello che mi ha tolto il fiato è stato:



“Io dico: ognuno deve essere libero di pensare quello che ritiene vero o non vero. Basta che non obblighi l’altro a pensarla come lui, che ne dite?”.
“Per me ok!”
“Per me anche!”

Alzo un po’ il volume della radio e non dico “Anche per me ragazze, e grazie della lezione”. Però lo penso fin dentro le ossa.

CC BY-NC-ND 4.0 In macchina con Kant, Aristotele e Socrate by Collateralmente is licensed under a Creative Commons Attribution-NonCommercial-NoDerivatives 4.0 International License.

1 pensato per “In macchina con Kant, Aristotele e Socrate

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.