E’ il primo film di Ron Howard a non essermi piaciuto, e me ne dispiace perché nutrivo delle aspettative su ‘In the heart of the sea’, pellicola sulle origini della leggenda di Moby Dick.

Purtroppo alla perfezione tecnica cui ormai Howard ci ha abituati da tempo non corrisponde quello che mi aspettavo, ovvero una bella storia: sceneggiatura, montaggio e perché no anche la recitazione lasciano perplessi a dire poco. Fino a prova contraria [ma questo film pare lo sia] lascerei a Chris Hemsworth ruoli alla ‘Thor‘ piuttosto che altre parti che poco gli si addicono. [Che non mi senta mia figlia..]

Ad ogni modo abbiamo il buon Herman Melville che finalmente trova nell’ultimo sopravvissuto del naufragio della Essex la fonte di ispirazione per il suo romanzo sulla grande balena bianca, che diventerà appunto Moby Dick, uno dei grandi classici della letteratura americana. Il sopravvissuto, ancora traumatizzato dall’esperienza nonostante i tanti anni trascorsi, gli racconta di come la baleniera fu assaltata ed affondata dal bianco, furente e tenace cetaceo.

Dal naufragio in poi [notevole la scena dell’affondamento] la storia perde ritmo e diventa il racconto dei sopravvissuti miscelando poco sapientemente le categorie della sopravvivenza e della determinazione con cui la vita tenta di preservare sè stessa. Ad ogni costo. C’è poi una spruzzata molto americana di animalismo [il fiero baleniere che scambiandosi l’occhiata con la balena decide che no, adesso basta uccidere e sfruttare la natura e blablabla] ed in fine il vissero tutti felici e contenti.

Mi spiace, ma mi aspettavo tanto di più e tanto di meglio, ragion per cui vi consiglio di dare un’occhiata al Moby Dick che vale ancora oggi la pena di vedere.

 

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