Redatto da una sopravvissuta

Settembre inoltrato, inizio delle scuole. Nel mio caso, l’inizio di un nuovo ciclo: le medie. O in qualsiasi modo abbiano deciso di chiamare adesso quel triennio infame fatto di adolescenza, malessere e ormoni fuori controllo.

Iniziare un nuovo percorso ha anche coinciso con il dolceamaro evento di lasciare la chat di classe delle elementari. Amaro perché significa prendere atto che i figli crescono, cambiano, ci contestano e più in generale non sono più quelle polpette di innocenza e amore incondizionato. Un po’ (anzi parecchio) dolce perché dopo un lustro, uscire da certe dinamiche proprie della “Chat Della Classe delle Elementari” è un vero sollievo.

Ecco quindi perché, alla luce dell’esperienza vissuta, mi permetto di stilare un breve decalogo di cose da fare e soprattutto NON fare quando si fa parte di un gruppo WhatsApp della scuola, che avrei voluto qualcuno mi consegnasse il primo giorno.

I. Presentati con chiarezza: nome proprio e nome e cognome del frutto dei tuoi lombi. O rassegnati a essere salvata in rubrica come “????? genitore di BOH”. Perché se mi compari come “☀️” e come foto profilo hai un tramonto al mare, sarai destinata all’oblio.

II. Scrivi solo se hai una domanda specifica da fare che non può essere gestita con una conversazione privata, o se hai la risposta a una domanda che è stata posta, sempre che qualcuno non abbia già risposto.

III. Non deridere nessuno che ti sembra stia ponendo una domanda stupida. Quel qualcuno, domani, probabilmente sarai TU.

IV. Non rispondere “Grazie” dopo ogni comunicazione di servizio. Una reazione al messaggio sarà più che sufficiente e consentirà a chi arriva dopo di non dover risalire al centordicesimo messaggio precedente per capire di cosa si stia parlando.

V. No, no e poi NO ai “Buongiornissimo, Kaffè?”, e altri messaggi glitterati che augurano buon Natale/Pasqua/Ferragosto/Mabon. Halloween no perché è una festa divisiva, merita un articolo a parte.

VI. Sii chiara e concisa: evita di scrivere messaggi più lunghi di 4 righe, se vuoi che vengano letti e soprattutto compresi (le due cose non sempre coincidono). Non lesinare con virgole e punti, non abusare dei puntini di sospensione… ok?

VII. Combatti il pidocchio-shaming. Prima o poi arrivano per tutti. E chi avverte va ringraziato e premiato per sincerità e coscienza sociale. I pidocchi non si autogenerano sulla testa dei bambini, sono una piaga intrinseca agli ambienti sovraffollati che va gestita collettivamente. Quindi, zero stigma, grazie.

VIII. Non parlare mai apertamente male delle maestre (la delazione è dietro l’angolo), evita polemiche sterili e di scrivere qualsiasi cosa che tu non sia pronta a ripetere ad alta voce davanti ai diretti interessati. Per tutto il resto, ci sono le CONTRO-CHAT, anche se facciamo tutti finta che non esitano.

IX. Verifica sempre con cura che tu stia scrivendo peste e corna di chicchessia sulla giusta contro-chat e non nella chat ufficiale. Se, anzi, QUANDO qualcuno sbaglia, minimizza, avverti gli interessati e più in generale, resisti alla tentazione di soffiare sul fuoco. Anche se la tentazione è forte.

X. Infine, sulla falsa riga del punto 9 ma con dignità a sé stante, verifica sempre a chi stai inoltrando link o foto “particolari”. Vorrei dire che a me non è mai capitato, ma invece io, proprio io, ho inoltrato il link di un sito per reggiseni destinato a un’amica, sulla chat di classe. Ovviamente mentre era in corso una fervente discussione sul riscaldamento. Si, hai letto bene. Erano reggiseni molto belli, comunque.

In definitiva, avere una chat ben gestita aiuta a ridurre i tassi di silenziamento della stessa, ed evitare il silenziamento aiuta a notare tempestivamente i messaggi importanti che richiedono azione immediata, come ad esempio, la temuta… ALLERTA PIDOCCHI!

CC BY-NC-ND 4.0 Decalogo semiserio per l’uso della chat di classe by Collateralmente is licensed under a Creative Commons Attribution-NonCommercial-NoDerivatives 4.0 International License.