Post molto molto veloce, solo perché certe ipocrisie a volte diventano talmente ingombranti da dare un fastidio quasi fisico.
Questo è quello che succede:

È una cosa infame, indegna di un paese civile, una stortura che ci distanzia dall’umanità.
E nonostante una situazione che dovrebbe fare riflettere sull’orrore di certe condizioni carcerarie, molti si permettono di fare la morale agli altri paesi.
Sto parlando del ‘Caso Ilaria Salis‘, sì.
Ci si permette con una sfrontatezza degna del peggiore degli spudorati di giudicare l’Ungheria, di gridare al fascismo, di evocare la categoria della disumanità, mentre qui da noi la popolazione carceraria viene trattata alla stregua di bestie da macello. Torture, abusi, vessazioni, violenze senza fine.
Però, Ilaria Salis.
Ne avevamo parlato in radio tempo fa con Bruno Mellano, il garante dei diritti dei detenuti [Qui potete riascoltare la puntata] e mi pare che da allora non sia cambiato niente se non in peggio.
Come osiamo dare lezioni di umanità agli altri quando siamo noi i primi a commettere simili orrori?
Perché qualcuno dei nostri illuminatissimi e umanissimi esponenti politici non candida uno di quei ragazzi torturati?
Perché?
Da che pulpito by Collateralmente is licensed under a Creative Commons Attribution-NonCommercial-NoDerivatives 4.0 International License.
Lascia un commento