Bruno Salvati (K. Rossi Stuart) è un regista di film di nicchia, ha una ex moglie (L. Indovina) con cui ha avuto due figli adolescenti, Adele e Tito. Un giorno, per un banale incidente, fa delle analisi del sangue, che inducono i medici a fare altri accertamenti. La scoperta è di quelle dolorose: Bruno ha un tumore del sangue e necessita di un trapianto di midollo. I donatori ideali sarebbero quelli nella sua cerchia famigliare più stretta, ma non è tutto così semplice. Tra reminiscenze del passato (lui da piccolo, principalmente) e incertezza per il futuro, le settimane passano. Bruno è un uomo impreparato a gestire la situazione, allo stesso tempo irascibile e spaventato. Intorno a sè trova chi può aiutarlo: una dottoressa tenace, un infermiere gentile e la sua famiglia (padre compreso) che gli riserverà delle sorprese notevoli.

Francesco Bruni (“Scialla”, “Tutto quello che vuoi”) ha fatto un film sulla malattia con pudore, delicatezza, umanità. Sa essere tenero, sincero e farci sorridere, raccontando un tema scivoloso e complesso. Il nodo dei rapporti padri-figli, come spesso succede nelle sue pellicole, torna anche qui. Bella squadra di interpreti, intorno a un azzeccato Kim Rossi Stuart.

Dedicato a Mattia Torre, sceneggiatore scomparso nel 2019. Disponibile su Prime Video.

 

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