Avevo detto che nel 2017 avrei scritto di più, avrei letto di più, mi sarei preso cura della qualità del tempo che mi è stato dato [o che mi sono preso, chissà] passare su questa terra. Il senso della propria esistenza dovrebbe forse essere misurato dalla qualità che si riesce a conferire al nostro tempo, allo spazio che si eriesce a percorrere, più che ad occupare.

Così, dopo un periodo piuttosto movimentato dovuto all’inevitabile stress dovuto ad un trasloco [termine singolo ma complesso, che evoca da solo il senso di un dramma, di un distacco, di una novità caotica], eccomi a scrivere e a fare progetti cui voglio, fortissimamente voglio, dare uno svolgimento pratico.

Lo devo anche ad una cosa che ha scritto un mio amico [che è anche apicoltore] su Facebook, ieri, e che cito:

 

Domani sposto le api. Bene. Di solito sono molto attento ma stasera, stupidamente, ho riversato la fretta sugli alveari: errorissimo. La febbrile vita che svolgo al di fuori degli alveari deve restare sempre fuori dagli alveari. Me lo sono sempre ripromesso. Generalmente ci sono anche riuscito. Tranne stasera, perchè avevo fretta. Perchè domani è sveglia alle 6. Perchè sono stanco. E le mie amiche mi hanno punito: 4 punture quasi simultanee… E potevano essere anche di piú..

Che mi serva da lezione.

Chiaro, no? ‘La febbrile vita che svolgo al di fuori degli alveari deve restare sempre fuori dagli alveari’.

E’ giusto, sotto ogni punto di vista. Ci sono cose che vanno fatte con calma, e più la calma diventa la cifra di un’azione, maggiore diventa la qualità di quel tempo di cui sopra.

Quindi, riparto da qui, una casa nuova, un gran bel quartiere, uno stile di vita diverso e promettente; nel pratico, credo che a brevissimo ricomincerò a correre: senza fretta, senza ansie da runner, statistiche, gare.

Parto da qui, vediamo dove arrivo.

 

CC BY-NC-ND 4.0 Ancora tempo, sempre tempo. Di ripartire. by Collateralmente is licensed under a Creative Commons Attribution-NonCommercial-NoDerivatives 4.0 International License.