6 anni scarsi nella vita di M., alias Benito Amilcare Andrea Mussolini (L. Marinelli): dalla fondazione dei Fasci di Combattimento, al discorso del 3 gennaio 1925. Cioè dagli esordi del Fascismo, al potere quasi assoluto, passando per le violenze delle camicie nere, fino all’omicidio di Giacomo Matteotti (G. Bruno), deputato socialista, che aveva denunciato alla Camera le violenze dello squadrismo fascista. In mezzo i rapporti con lo stretto collaboratore Cesarino Rossi (F. Russo) con Gabriele D’Annunzio (P. Pierobon), con la moglie Rachele (B. Cimatti), con l’amante Margherita Sarfatti (B. Chichiarelli), Italo Balbo (L. Zurzolo) e tanti altri protagonisti del tempo.

Ne esce il ritratto di un uomo megalomane, ambizioso, opportunista, calcolatore, cinico, violento, determinato alla presa del potere. Lo interpreta un Luca Marinelli in stato di grazia, ingrassato appositamente per il ruolo e che parla in camera agli spettatori, come nel teatro scespiriano. Intorno a lui, una riuscita galleria di personaggi, serviti con efficacia dagli interpreti.

Prevale la dimensione grottesca (ma anche quella violenta e senza sconti), con uno splendido uso della fotografia, delle musiche, del montaggio. Alla regia Joe Wright (“Espiazione”, “L’ora più buia”, tra gli altri), la fonte narrativa è “M. Il figlio del secolo” di Antonio Scurati (premio Strega), che collabora alla sceneggiatura.

Disponibile su Sky e Nowtv, da metà gennaio, in otto episodi. Le critiche becere, che si sono sprecate in queste settimane, non gli rendono minimamente giustizia: Mussolini come macchietta rispecchia la realtà. Un uomo ridicolo, per molti versi, ma allo stesso tempo clamoroso protagonista del suo tempo, capace di piegare la Storia alla sua volontà, per oltre venti anni, in Italia. Figlio del secolo? Può darsi, di certo imprescindibile soggetto con cui, probabilmente, non abbiamo ancora fatto i conti, rispetto alla storia italiana del Novecento. Imperdibile, da vedere assolutamente!

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