Il titolo è abbastanza chiaro, ma nel caso non lo fosse lo scrivo meglio:
LE VIGNETTE DI CHARLIE HEBDO NON MI SONO MAI PIACIUTE
Ora, se questo è abbastanza chiaro ma non è chiara la differenza che c’è tra il disprezzare vignette pessime [per contenuto, per forma, per grettezza] e l’andare in redazione a ammazzare le persone che le hanno disegnate, il problema è vostro; ed è un problemone, perchè anche se non lo farete mai non vi spiace l’idea che qualcuno vada a Parigi e ripeta ciò che è successo.
Ora mi dite: “Se tu fossi un parente di una vittima del terremoto probabilmente un pensierino ad andare in quella redazione ce lo faresti, no?”
Sì. Probabilmente sì.
Ma non lo sono, e nel pur totale disprezzo per le vignette di CH, posso avere la lucidità necessaria per dire che sì, il loro lavoro mi fa schifo, ma non per questo li andrei a cercare per ammazzarli.
Questa è e deve rimanere la differenza s.o.s.t.a.n.z.i.a.l.e. tra noi e quelli che invece certe azioni le hanno compiute.
C’è un noi e c’è un loro: io sto da questa parte e quel giornale non lo comprerei nemmeno per incartarci la merda del cane, ma allo stesso modo non trovo tollerabile in alcun modo utilizzare pesi e misure a geometria variabile.
Chi non capisce la differenza tra questi aspetti oltre ad essere un ipocrita totale fomenta odio invece di fare la cosa più funzionale affinchè quelle vignette cessino: non leggere Charlie Hebdo, ignorandolo del tutto.
Quindi sì, la risposta è che continuo e dire ‘Je suis Charlie’.
Se ancora non avete capito il perché, continuare a leggere quello che scrivo qui, su Facebook, su Twitter e in ogni altro luogo non ha senso, credetemi. Non ci mancheremo
Non mi piace Charlie Hebdo. Ma ‘Je suis Charlie’ by Collateralmente is licensed under a Creative Commons Attribution-NonCommercial-NoDerivatives 4.0 International License.
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