Mr. Tempo, sì, ancora.
Gioco a nascondino con i miei 46 anni da un bel pezzo e quando perdo pago pegno con post vagamente nostalgici come questo.
Vagamente, eh, non roba da strapparsi i capelli.
Penso che ci fosse qualcosa in altri anni, poco o molto indietro [è relativo, del resto], che via via è andato scadendo; c’è molto di bello e di buono anche adesso, certo, ma l’impressione è che su molto di quello che era bello, elegante, raffinato si sia posata una specie di patina di plastica. E tra quella patina e l’eleganza che ricopre si è fermata la polvere formando uno strato intermedio che rafforza quell’opacità di cui forse parla Proust ne ‘La Recherche’.
Me ne accorgo guardando Pinterest, ancora: c’è praticamente tutto lì dentro, e osservando certe immagini, ritratti, panorami, persone, folle, disegni, quadri..Viene fuori questo: c’era un tempo che adesso viene solo replicato, scimmiottato, ingegnerizzato.
Ma quel tempo era nuovo, era reale, ha avuto un suo inizio, un suo apice in molte cose. Quindi una fine.
Guardate:

Il Maggiolino.
Hanno provato a rifarlo, è anche ‘carino’, ma non ha niente del Maggiolino se non una specie di eco, un suono stanco.
Tutto qui, nessuna considerazione particolare: non sono un appassionato dei ‘bei tempi andati’, o del ‘come si stava meglio prima’.
Però guardate qui e ditemi se non c’è stato un tempo dove anche il bianco e nero era colorato.
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Per fugare ogni dubbio sulla mia assenza di timore reverenziale per il Tempo ed i suoi eroi, vi faccio leggere e vedere quello che ha scritto e filmato Rolling Stone Italia a proposito di un concerto che avrebbe dovuto essere un maestoso revival d’autore che invece ha fallito nell’intento.
I primi minuti di David Gilmour Live At Pompeii sono commoventi e valgono il prezzo del biglietto. Il film-concerto si apre con un piccolo documentario girato nei giorni di preparazione dello show dell’anfiteatro: c’è Gilmour, un uomo imponente e delicato, con gli occhi stanchi e le mani consumate dal tempo; ci sono i musicisti che lo accompagnano – artisti di livello assoluto, da Phil Manzanera a Guy Pratt – e c’è il giovane trio di coristi. Tutti insieme provano le armonizzazioni di uno dei brani in scaletta: senza microfoni né amplificazione, rinchiusi in una vecchia sala che affaccia sull’oceano grigio e silenzioso.
In quei primi minuti, in quelle armonie cantate a mezza voce da musicisti di tre generazioni diverse, c’è tutta la magia discreta che ha reso i concerti dei Pink Floyd eventi dove «potevi ascoltare uno spillo cadere per terra», come diceva a David Fricke nel 1982. Poi si arriva nell’anfiteatro di Pompei e la magia sparisce di colpo…
Niente a che vedere con il Live at Pompeii originale, che di magia, fantasmi e misteri ne aveva in abbondanza. Paragonare le due opere, purtroppo, è un esercizio tanto necessario quanto malinconico: guardare il nuovo film è come misurare il tempo che è passato, come pensare a quello che c’è stato e che non ci sarà mai più.
Capito? Lo dice Rolling Stone, eh, mica cotiche.
Ma penso e credo che verranno altri tempi nuovi per davvero, senza plastica: è solo questione di tempo. Nell’attesa, w Pinterest e la poesia, magnifica, di Elli Michler:
Non ti auguro un dono qualsiasi,
ti auguro soltanto quello che i più non hanno.
Ti auguro tempo, per divertirti e per ridere;
se lo impiegherai bene potrai ricavarne qualcosa.
Ti auguro tempo, per il tuo fare e il tuo pensare,
non solo per te stesso, ma anche per donarlo agli altri.
Ti auguro tempo, non per affrettarti a correre,
ma tempo per essere contento.
Ti auguro tempo, non soltanto per trascorrerlo,
ti auguro tempo perché te ne resti:
tempo per stupirti e tempo per fidarti e non soltanto per guadarlo sull’orologio.
Ti auguro tempo per guardare le stelle
e tempo per crescere, per maturare.
Ti auguro tempo per sperare nuovamente e per amare.
Non ha più senso rimandare.
Ti auguro tempo per trovare te stesso,
per vivere ogni tuo giorno, ogni tua ora come un dono.
Ti auguro tempo anche per perdonare.
Ti auguro di avere tempo, tempo per la vita.
Mr. Tempo tra Paul Newman e David Gilmour by Collateralmente is licensed under a Creative Commons Attribution-NonCommercial-NoDerivatives 4.0 International License.
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