Alzi la mano chi non ha visto Matrix! Sembra ieri eppure il primo film ha più di 20 anni, essendo del 1999. Fu un grande successo, vinse 4 Oscar tecnici e colpì l’immaginario collettivo: non era solo una storia affascinante, dove il fulcro era lo scontro tra uomo e macchine, c’era qualcosa di più, che filosoficamente contrapponeva la realtà e la percezione della stessa. E in più c’era una bella miscela di effetti speciali, combattimenti kung fu e uso sapiente della musica. Autori del film furono i fratelli Wachowski, (ora sorelle, avendo cambiato sesso), che evidentemente ci presero gusto e continuarono in altre pellicole la storia.

Devo confessare che il secondo capitolo lo trovai così inutile, da farmi decidere di saltare il terzo. A distanza di molti anni, sono andato a vedere il quarto episodio, dal primo gennaio nelle sale. Ci ritroviamo Neo (K. Reeves, 57 anni portati benissimo!), Trinity (C-A. Moss), Morpheus e l’agente Smith (anche se non più interpretati da Laurence Fishbrune e Hugo Weaving), oltre che altri personaggi. Il problema sta nella sceneggiatura, diciamolo chiaramente: confusa, contorta, con la sensazione di una minestra riscaldata, dove gli effetti special la fanno da padrone, per colmare i buchi narrativi.

Di per sè lascerebbe spazio per un quinto film, anche se sarebbe di gran lunga meglio evitarlo. Rivediamoci il primo, è decisamente un affare migliore.

 

 

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