Siamo andati a CAMERA – Centro Italiano per la Fotografia – per guardare in anteprima la mostra dedicata a questa straordinaria artista: una grande retrospettiva a cura del direttore artistico Walter Guadagnini, con oltre 160 fotografie provenienti dai Lee Miller Archives, molte delle quali raramente esposte al pubblico.
Tra l’altro la mostra inaugura anche i festeggiamenti per i 10 anni di CAMERA, con un intero anno di eventi dedicati al mondo della fotografia.








Una vita da romanzo
Lee Miller (Poughkeepsie, 1907 – Farley Farm, 1977) non è stata “solo” una fotografa: è stata musa, reporter, artista, modella, giornalista. Una donna che ha vissuto più vite in una sola, sempre guidata da curiosità e coraggio.
Dopo gli esordi a Parigi come assistente (e presto collaboratrice) di Man Ray, Miller si è immersa nell’ambiente surrealista, stringendo legami con Picasso, Max Ernst e Paul Éluard. È in questo periodo che contribuisce alla scoperta della tecnica della solarizzazione e realizza alcuni scatti che hanno fatto la storia della fotografia surrealista.
Negli anni Trenta, il destino la porta in Egitto, dove produce immagini di paesaggio enigmatiche e poetiche, tra cui la celebre Portrait of Space, che avrebbe ispirato anche René Magritte.
Vogue, la guerra e la Storia
Il suo rapporto con la fotografia di moda la lega a “Vogue”, per cui realizza servizi di alta moda e reportage. Durante la Seconda Guerra Mondiale, diventa una delle poche fotografe accreditate come corrispondente di guerra, raccontando una Londra ferita dalle bombe, l’avanzata delle truppe alleate in Europa, fino ai campi di concentramento appena liberati.
Le sue immagini – pubblicate su Vogue insieme ai suoi testi – sono un documento di eccezionale forza storica e umana, ma anche un peso che la spingerà, nel dopoguerra, a ritirarsi in campagna con il marito, l’artista Roland Penrose.
Perché non perderla
Quella di Lee Miller non è soltanto la storia di una fotografa, ma di una donna che ha attraversato e raccontato il suo tempo, senza mai accontentarsi. La mostra di CAMERA è un’occasione unica per scoprire o riscoprire il suo lavoro, e per entrare nel vivo di un racconto fatto di immagini che hanno cambiato il modo di guardare la realtà.
Andate a vederla, merita assolutamente.
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