Seydou (S. Sarr) e Moussa (M. Fall) sono due cugini senegalesi di sedici anni. Entrambi hanno un sogno: raggiungere l’Europa! Per questo hanno lavorato sei mesi per mettere insieme il denaro necessario, così da partire all’insaputa delle proprie famiglie, che non sono d’accordo. Comincia così un viaggio-odissea, che li porterà in Mali, poi Niger, poi attraverso il deserto del Sahara. I due ragazzi non avevano messo in conto i rischi e la pericolosità del percorso, ma presto impareranno a loro spese. Separati in Libia, finiranno in carcere. Seydou, in particolare, aiutato da un uomo gentile finisce per lavorare come muratore, fino a riuscire a raggiungere Tripoli, dove spera di ritrovare il cugino Moussa. Insieme a tanti altri migranti disperati, salperà sul mare, verso l’Europa e l’Italia, rischiando tutti l’unica cosa che hanno ancora di proprio: la vita.

Matteo Garrone (“Gomorra”, “Reality”, “Dogman”, “Pinocchio”) ha fatto un film potente e importante. L’incredibile viaggio, reale e di formazione insieme, soprattutto di Seydou, è la fotografia dei nostri tempi disumani e crudeli. Un mondo dove si lucra sulla pelle di uomini e donne che fuggono da guerre, povertà, persecuzioni di vario tipo, dove la corruzione regna sovrana e la solidarietà rischia di essere un lusso. Garrone e i suoi co-sceneggiatori aggiungono una piccola dimensione onirico-soprannaturale, che però non inficia la forza del film, anzi lo rende ancor più metaforico e poetico. Musiche e fotografia contribuiscono al resto, oltre un giovane magnetico protagonista quanto mai azzeccato.

Non è una pellicola da cui si esce sereni, ma è tanto più necessaria oggi. Non perdetelo!

In concorso all’80sima Mostra del cinema di Venezia.

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