Tanto tempo fa ho scritto un libro. Un romanzo abbastanza lungo, che non è mai stato pubblicato perché nessuno ha realmente compreso la portata artistica di un lavoro che avrebbe sconvolto la stessa percezione del termine ‘Letteratura’.

[nel caso qualcuno non lo capisse: sto scherzando]

C’era un passaggio sul Natale e visto che è Natale e tutti stanno facendo gli auguri di Natale, mi è sembrato appropriato pubblicare lo stralcio del libro sul Natale.

Non lo considerate come regalo di Natale, ma comunque buona lettura e buon Natale.

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Al taxi dico di andare molto veloce e dopo una quindicina di minuti arrivo; la scena è: il Pianista e Il Rosso uno di fronte all’altro seduti al tavolo da riunione, a capotavola, poi L’asiatico e Timoslav in mezzo; sentivo le urla ben prima di scendere dal taxi.

Sul tavolo c’è una legione di bottiglie di vino, birra, superalcolici e soft drink. Più mezza Colombia.

“Sei un fottuto fascista, ecco cosa sei”, dice il Rosso sia di nome che di fatto, perlomeno sul volto.

“Al solito affronti le mie argomentazioni con la psiche di un babbuino. Anzi, di un babbuino del cazzo

“Ok, va bene, sono qui”, dico io mentre mi tolgo il cappotto e mi siedo di fianco all’ Asiatico. “Non ci posso ancora credere, ma arguisco che l’argomento di discussione sia…”

“Esatto, Babbo Natale”, dice un tranquillissimo Pianista, mentre picchietta con le mani sul tavolo.

Il Rosso mi guarda: si vede che ha i fumi. “Io lo rompo in due: lo fa apposta!”

Non nego che il Pianista ci provi un certo gusto, però questa questione va chiarita una volta per tutte.

“E va bene, va bene: adesso la dobbiamo chiudere in modo tombale questa storia; a costo di star qui tutta la notte”, dico puntando il dito alternativamente in faccia al Pianista e al Rosso.

“Questo ridicolo venditore di panini non ascolta nemmeno l’ottimo Asiatico, che in qualità di consulente esterno indipendente ha espresso un’opinione limpida come acqua di fonte”, dice il Pianista con Il Sorrisetto.

“State dicendo una serie mostruosa di cazzate, come sempre, ma stavolta la smetterete una volta per tutte di farmi girare i coglioni”, urla il Rosso.

“Poi mi spiegherete perché tutti gli anni viene fuori ‘sta puttanata qua, eh? Comunque, come ripeto, stasera la finiamo in un modo o nell’altro. Troveremo un punto di mediazione”.

“Tu? Tu fai mediatore”, ironizza Timoslav.

“Bada a te, socio, bada”.

“Qua le chiacchiere stanno a zero: l’essenza del mio pensiero, e lo dico parlando come voi borghesucci e damerini delle mie palle, è che molto semplicemente Babbo Natale non esiste. Chiaro?”, dice il Rosso versandosi una Ceres o qualcosa del genere in un mezzo bicchiere di vino rosso.

“Se fosse così chiaro, non staremmo qui a parlarne”, argomenta l’Asiatico.

“Ti ci metti anche tu?”, gli chiedo incredulo. “Questa cazzata va avanti da anni! E adesso ti ci butti in mezzo pure tu?”.

“Beh, io ho dato il mio contributo da un punto di vista prettamente matematico, ecco”.

“Medaglia Fields…”, dice il Pianista.

“La medaglia Fields sai dove te la puoi mettere? Strimpellatore del cazzo!”

“Esponi”, dico all’Asiatico, esasperato.

“Beh, ecco…Non ho teorie particolari; ho solo detto che l’inesistenza di Babbo Natale, al pari della sua esistenza, non può essere matematicamente provata con evidenza assoluta, ecco”.

“Ma questo testone di cazzo è impazzito o cosa? Ma li senti? Si sono coalizzati!”, urla il Rosso.

“Calmare, calmare…”, dice Timoslav.

“Medaglia Fields…”, ripete il Pianista.

Il Rosso balza in piedi sul tavolo e si lancia letteralmente contro il Pianista: per dividerli ci mettiamo due minuti buoni.

“Che modi!”, dice il Pianista sputando un po’ di sangue.

“Timoslav, che ne pensi?”, chiedo.

“Non sa bene. Bambini ci credono, poi non più. Difficile pensare a ciccione in rosso su renne che volano”.

“E cazzo, vorrei ben vedere che è difficile a pensarci!”

“Shht, stai buono, dai”, dico al Rosso.

“Non ho mica detto che è proprio quel Babbo Natale lì!”, si difende il Pianista.

“Quello della Coca Cola, bastardi imperialisti!”

“Dico che se si può credere a un uomo che cammina sulle acque….magari qualcuno l’ha visto, no? Magari c’è stato un tizio che ha camminato sulle acque in virtù di poteri speciali, mentali, che noi non possiamo comprendere….beh, allo stesso modo magari qualcuno ha visto Babbo Natale, o chiamatelo come volete…Insomma, perché no?”

“Perché NO! Perché i regali ai bambini li comprano i genitori in qualche negozio gestito da commercianti avidi e….”

E così continua fino ad esaurimento mentale.

Su Babbo Natale, non ci può essere accordo; fortunatamente Natale è un giorno su 365.

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