Mercoledì scorso in radio ho avuto una delle conversazioni pubbliche più interessanti della mia vita: la trasmissione ha avuto come ospite Fabio Cantelli Anibaldi, e con lui abbiamo discusso di molte cose che riguardano sostanzialmente la vita.
Una delle cose che più mi ha colpito del suo libro è la definizione di ‘tempo verticale’:
Accanto al tempo lineare e a quello ciclico ne esiste un terzo: il tempo verticale. Tempo degli eventi che non passano, eventi accaduti nel presente ma che più degli altri ci hanno scosso, emozionato, segnato in profondità.
Uno dei tempi verticali più marcati per me è stata la morte di mia madre. Di mia mamma, cioè, ché madre e mamma son due cose diverse.
Lo scrivo oggi, in un giorno che per lei era una vera seccatura, una seccatura doppia: una era una ricorrenza che non ha mai digerito [va a sapere perché] e l’altra ero io che la prendevo in giro cantandole ‘Maaaaaaamma, solo per te la mia canzooooone voooola’ al mattino.
Ebbene, leggendo il libro di Fabio Cantelli sono riuscito a dare una definizione a questa cosa che, sostanzialmente, non passa. Non c’è modo che passi anche adesso che sono passati 21 anni e io ne stia per compiere 50.
Non passa. E basta.
Va accettato, certo, la vita scorre nel suo flusso permanente, però le cose stanno così.È preferibile, almeno in alcuni casi, che le cose siano definite e adesso ho trovato una definizione comprensibile.
Non è una consolazione, ma almeno so come chiamarla.
Il tempo verticale e la festa della mamma by Collateralmente is licensed under a Creative Commons Attribution-NonCommercial-NoDerivatives 4.0 International License.
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