Ed ecco qui un articolo di Elena Maldi, la madrina di Collateralmente!


“Andiamo a vedere un film assieme, dai!”

Ce lo diciamo da anni, troppi. Ce lo ripetiamo, per qualche secondo forse addirittura ci crediamo, ma poi finisce inesorabilmente che lui, cioè Zummone, va a vedere il film e lo recensisce e io, cioè Maldi, leggo la recensione, commento, mi struggo di non essere ancora riuscita ad accompagnarlo e via così, ripetendo il siparietto all’infinito.

Ma stavolta, stavolta dovevamo capirlo dall’inizio che sarebbe stato diverso. Innanzitutto perché la notizia dell’uscita del film (Limonov) l’ho data io a lui e non viceversa, cogliendolo alla sprovvista, faccenda inaudita che chi scrive non è stata in grado di gestire né con grazia né tantomeno discrezione. Poi perché la pellicola è uscita a inizio Settembre, con le scuole ancora chiuse, e questo ha permesso che mi riuscissi a organizzare senza rinunciare a priori. Ciliegina sulla torta? Versione in lingua originale disponibile nel tardo pomeriggio in un cinema centrale. Tutto perfetto.

O quasi.

Perché la vita si mette di mezzo, e anche l’ansia da prestazione. Giammai voglio far pentire Andre di avermi concesso l’onore di accompagnarlo al cinema. Anche se rischio di indispettirlo già da subito, arrivando troppo puntuale.

In sala siamo pochissimi, una manciata di persone. Ok, una manciata hamish, perchè, in effetti, siamo 6. Non ci sono bambini urlanti, né odore di popcorn, al contrario dell’ultima volta che ho accompagnato mia figlia a vedere un film d’animazione che sono più che certa Zummone non abbia né visto né recensito.

Ci accomodiamo e dopo qualche minuto (quindi, faccio umilmente presente, non ero poi così in ritardo), partono i trailer. La coppia di signore agée davanti a noi chiacchiera imperterrita, il fatto che quella loro cara amica sia passata da loro a  Diano Marina quest’estate è un dettaglio importantissimo, una comunicazione che non può attendere, con buona pace di quel ragazzo dalla foggia zummoide seduto alla mia sinistra.

Il film inizia. Le comari si arrendono, riluttanti, all’evidenza di dover tacere.

Le quasi due ore e venti scorrono fluide, in un tripudio di immagini, cambi di acconciature e di montature. Montature, sì, non montaggi. Perché è indubbio che capelli e occhiali siano i veri protagonisti della pellicola. Più ancora degli abiti, ché si sa che quelli, se c’è Ben Whishaw, spesso finiscono fuori dall’inquadratura.

Credo, in tutta coscienza, di non aver fatto troppo vergognare Zummone della mia presenza. Ho cercato di muovermi il meno possibile (anche se a un certo punto avevo le formiche al piede destro!), commentare praticamente mai e in due occasioni renderlo orgoglioso,  ridendo nel suo stesso precisissimo istante (e con noi anche il Ragazzo Zummoide, le comari invece no). Mi sono anche alzata assieme a lui, a metà dei titoli di coda, senza aspettare un’eventuale scena post credits in cui si scopre che Limonov non è davvero morto, e che uscirà “Limonov II, il ritorno” nel 2026.

Spero invece non si sia accorto che Carrère non l’ho affatto riconosciuto, nel breve cameo in cui appare mangiando uova sode. Inutile precisare che il Ragazzo Zummoide l’ha individuato al primo istante, emettendo lo stesso suono di stupore compiaciuto emesso dal nostro beneamato (che rimane unico e inimitabile).

Per la recensione vera, rimando all’esperto. Io ero qui per descrivere L’Esperienza™

Tuttavia vorrei chiosare con una considerazione: questo è un film molto, molto difficile da vedere, per chi ha appena smesso di fumare.

Sipario.

P.S. Pare che nessuno finora abbia stabilito con scientifica precisione la percentuale (sicuramente molto alta) di film in cui Whishaw finisce nudo. Zummone, forse dovremmo provvedere noi.

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