Leo (Eden Dambrine) e Remi (Gustav de Waele) sono tredicenni e inseparabili, amici per la pelle, come si dice. Il loro ingresso nella nuova scuola, fa ingenerare il sospetto che la loro non sia una semplice amicizia, malgrado la giovane età. Qualche compagno fa battute, lancia frecciate, esplicita sorrisini ed è Leo a patirne al punto da frapporre distanza con Remi, il quale a sua volta vive con malessere il progressivo allontanamento di quello che considera un fratello (o di più?). Inevitabile arrivare allo scontro, ma l’adolescenza è imprevedibile, si sa.

Lukas Dohnt, regista e sceneggiatore belga, che aveva già sorpreso tutti a Cannes con “Girl” nel 2018, torna al lungometraggio con un film delicato e intenso, lavorando per sottrazioni: silenzi, sguardi, non detti, dialoghi e scene interrotti da dissolvenze. Affronta temi complessi come il senso di colpa, la catarsi dolorosa di una perdita, la scoperta dell’identità di genere, la difficoltà nell’intercettare un adolescente che soffre.

Commuove, emoziona, non lascia indifferenti.

Due protagonisti giovanissimi molto bravi.

Gran Premio della Giuria a Cannes 2022.

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