L’abitudine di formulare dei buoni propositi all’inizio dell’anno nasce dall’antichità, ed è comune al mondo occidentale come a quello orientale. Al termine di un ciclo e all’inizio di uno nuovo, i sapiens non resistono alla tentazione di fare dei buoni propositi per l’anno che verrà, anticipando nel momento attuale le sensazioni positive relative alla loro realizzazione, ma non tenendo in alcun conto le difficoltà del presente.

Così diventa piacevole immaginarsi magri, in forma, ma ci si dimentica della fatica della dieta, l’impegno dell’esercizio e della palestra da integrare nella vita quotidiana, dovendosi dividere tra lavoro e famiglia. L’80% dei buoni propositi falliscono e quella che era una strategia di rinnovamento diventa in realtà un ottimo modo per abbassare le proprie sensazioni di autoefficacia e avere le temute conferme della propria mancanza di volontà e costanza.

Ai limiti del masochismo? Non credo: non sono i buoni propositi ad essere malvagi, siamo noi che ignoriamo come dare seguito alla voglia di rinnovamento in modo coerente e informato.

Gli antichi greci (che avevano una certa propensione alla riflessione filosofica) indicavano il tempo utilizzando tre termini: Aion, ovvero l’eternità; Kronos, lo scorrere delle ore, il passato-presente-futuro. E poi Kairos, il tempo opportuno, il momento propizio.

Il primo errore che facciamo nel pensare i buoni propositi di inizio anno è pensarli nel Kronos, senza avere attenzione per il Kairos: è adesso il momento opportuno per cercare questo o quel cambiamento? Sono pronto, o piuttosto sto andando dietro al Kronos? Kairos è anche il tempo psicologico, il momento propizio per me, l’unico giusto per iniziare un cambiamento.

Si possono dire molte altre cose sulla formazione degli obiettivi, molte anche scontate: devono essere realizzabili, misurabili, temporalmente definiti, ecologici. Qualsiasi manuale di coaching sarà in grado di dare le indicazioni tecniche per creare degli obiettivi efficaci. Ma su nessun manuale ci sarà mai scritto come riconoscere il Kairos, il momento propizio: è una cosa che si sente, non si apprende. È necessario ascoltarsi, anche quando ciò è scomodo.

Forse l’unico proposito sempre valido è questo: nosce te ipsum, conosci te stesso.

Buon Anno!

CC BY-NC-ND 4.0 Buoni propositi per il 2022? Meglio pensarci bene.. by Collateralmente is licensed under a Creative Commons Attribution-NonCommercial-NoDerivatives 4.0 International License.