Trenta anni fa il tuo compleanno è caduto a Pasqua.
19 Aprile.
Ricordo bene cosa dicesti [cosa piuttosto strana, però quella giornata me la ricordo bene]. “Eh, son 50. Ancora un po’ si va avanti ma io vecchio non mi ci vedo. Per dire, uno come me a 80 anni mica ci arriva”
E invece.
Ne hai 80, oggi.
Ti scrivo qui auguri che non leggerai, ma che sono quelli ‘miei’, quelli veri. Al telefono non ci sappiamo stare, è tutto bidimensionale, senza sostanza e con una forma sbilenca.
Di persona invece è tutto troppo tridimensionale, vivido, aguzzo e tagliente; si sentono ancora gli echi di quel rumore come di strappo, di lacerato.
Va bene qui, per me.
Auguri, Papà.
P.S. [Il film cui fa riferimento l’immagine ti piacerebbe. Il vecchio però non sei tu: sono io]
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