Allora, visto che almeno qui le cose si scrivono per quel che sono, diciamola bene: domani non c’è nessuna cazzo di festa della donna.
Domani è la Giornata Internazionale dei Diritti della Donna. Non è una festa, è un momento in cui bisogna riflettere e capire che le donne, nel mondo, sono ancora dannatamente discriminate.
Mimose e cene a tema sono la solita cortina di fumo tossico buona per fiorai e vivandieri. Un po’ come il Babbo Natale della Coca Cola, per intenderci.
Pensate che un mazzo di mimose toglierà dal mondo e dal comune sentire stronzate come ‘Dietro un grande uomo c’è sempre una grande donna’? No, non lo faranno.
Cito:
Nel secondo dopoguerra, la data dell’8 marzo viene associata alla morte di centinaia di operaie nel rogo di una inesistente fabbrica di camicie Cotton o Cottons avvenuto nel 1908 a New York, facendo probabilmente confusione con una tragedia realmente verificatasi in quella città il 25 marzo 1911, l’incendio della fabbrica Triangle, nella quale morirono 146 lavoratori (123 donne e 23 uomini, in gran parte giovani immigrate di origine italiana ed ebraica[).
Altre versioni citavano la violenta repressione poliziesca di una presunta manifestazione sindacale di operaie tessili tenutasi a New York nel 1857, mentre altre ancora riferivano di scioperi o incidenti avvenuti a Chicago, a Boston o a New York.
Nonostante le ricerche effettuate da diverse femministe tra la fine degli anni settanta e gli ottanta del XX secolo abbiano dimostrato l’erroneità di queste ricostruzioni, le stesse sono ancora diffuse sia tra i mass media sia nella propaganda delle organizzazioni sindacali nei primi decenni del XXI secolo.
Non c’è niente da festeggiare: c’è da fare, tanto.
P.S. Il Capo del blog mi ha cassato il titolo che invitata a inserire il mazzetto di mimose in luoghi anatomici non consoni. “Mi pare eccessivo, orsù”.
Lo perdono.
Tenetevi le mimose, grazie. by Collateralmente is licensed under a Creative Commons Attribution-NonCommercial-NoDerivatives 4.0 International License.
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