Merit Charles (S. Martin Green) è stata in Afghanistan, nell’esercito. Al suo ritorno, sofferente di disturbo post traumatico da stress, finisce a gli incontri di terapia di gruppo del dottor Cole (M. Freeman). Ma Merit non riesce a stare in quei cerchi, soprattutto a condividere il suo senso di colpa: la morte della sua amica Zoe (N. Morales), compagna sotto le armi per lungo tempo. A questo si aggiunge il suo nonno materno (E. Harris), veterano di guerra e ormai vedovo, che vive solo in una baita sul lago e forse inizia a dare segni di demenza senile.
Kyle Hausmann-Stokes esordisce alla regia (e alla sceneggiatura), con un film ispirato alla vera storia di due suoi commilitoni. Rielabora alcune vicende personali con originalità, in una narrazione efficace e con dialoghi azzeccati, oscillando tra la tenerezza e il rimorso, l’espiazione e l’elaborazione del lutto, qualche battuta al vetriolo e l’impossibilità di dimenticare. Mentre Merit fa i conti con i fantasmi del suo passato, finalmente riuscirà a intravedere il futuro. Epilogo (un po’ prevedibile) catartico.
La materia narrativa di partenza è genuina e si sente, lo si vede in primis dalla resa degli interpreti. Non perdetevi i titoli di coda, per una serie di motivi che non sveleremo. E’ uscito in sala anche in versione originale coi sottotitoli: in ogni caso, se potete, guardatelo!
La mia amica Zoe by Collateralmente is licensed under a Creative Commons Attribution-NonCommercial-NoDerivatives 4.0 International License.
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