Brazile 1971, dittatura militare. Rubens Paiva (S. Mello), ex deputato ed ingegnere, vive a Rio de Janeiro con la moglie Eunice (F. Torres) e i cinque figli. Hanno una bella casa vicino al mare, una domestica e conducono una vita tranquilla e abbastanza benestante. Un giorno Rubens viene prelevato da uomini armati per essere interrogato, giustificando la cosa per le sue simpatie di sinistra e il suo passato di impegno politico. Quando l’uomo non fa ritorno a casa, mentre i giorni passano, Eunice inizia a sospettare il peggio e si batte per scoprire la verità. Doppio epilogo, a distanza di molti anni, nel 1996 e nel 2014.

Walter Salles (“Central do Brasil”, “I diari della motocicletta”), regista brasiliano attivo anche negli Stati Uniti, dirige un film che si ispira a una vicenda realmente accaduta, negli anni terribili del regime militare. Usa un tono intimo, non alza la voce, e racconta una storia tragica, sullo sfondo di una pagina storica piena di lutti e intrisa di sangue. Fernanda Torres è una protagonista indomabile, di quieta intensità: ha vinto un Golden Globe per la sua interpretazione.

Musiche e fotografia ottimamente utilizzate al servizio della narrazione. Premiato per la sceneggiatura alla Mostra del cinema di Venezia e candidato a 3 premi Oscar (Torres, miglior film e miglior film internazionale), la pellicola regala uno splendido cameo nel finale: a interpretare l’ormai anziana Eunice è Fernanda Montenegro, che con Salles aveva recitato da protagonista in “Central do Brasil”, e nella vita reale è la madre di Fernanda Torres.

Amarissimo, ma importante da vedere!

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