Liegi, Belgio, giorni nostri. In una casa famiglia si incrociano le storie di Jessica, Perla, Julie, Arianne e Naïma, giovanissime ragazze madri adolescenti. Hanno figli neonati o piccolissimi, sono seguite da assistenti sociali e psicologhe, ma tutte si trascinano difficoltà e disagi: chi ha dei trascorsi di dipendenza da sostanze, chi si è ritrovata senza un compagno con cui crescere i bebè, chi ha subito il trauma dell’abbandono in passato ed combattuta se tenere il figlio o meno.

E sì, lo spettro della scelta dell’affidamento aleggia costante, prospettiva che potrebbe essere un’opzione migliore per garantire un avvenire più sicuro ai bimbi e le bimbe.

I fratelli Dardenne, pluripremiati cineasti del cinema belga, rimangono fedeli a se stessi. “Giovani madri” è l’ennesimo loro film rigoroso nella narrazione e nello stile: pochi movimenti di macchina, le attrici inseguite dalla telecamera, ma stavolta con più distacco, con molta tenerezza. Molto amaro, con un finale che commuove e lascia intravedere un po’ di speranza.

Premiato per la sceneggiatura allo scorso Festival di Cannes. I Dardenne fanno sempre lo stesso film, ma sanno stare dalla parte giusta, senza giudizi morali e mostrando l’umanità. Scusate se è poco.

CC BY-NC-ND 4.0 Giovani madri by Collateralmente is licensed under a Creative Commons Attribution-NonCommercial-NoDerivatives 4.0 International License.