Remo Manfredini (Nahuel Pérez Biscayart) è un fantino strepitoso, ma ha qualche problema: alcolista e tossicomane, rischia di mandare all’aria una carriera e questo non va bene a Sirena (Daniel Giménez Cacho), malavitoso che scommette sulle corse del giovane. Manfredini ha una relazione con Abril (Úrsula Corberó), anche lei molto abile nelle competizioni coi cavalli. Quando Remo ha un incidente in una corsa e finisce all’ospedale, molte cose cambiano, tutti lo cercano e lui prova a cambiare vita.

Luis Ortega dirige e co-sceneggia un film bizzarro, a metà strada tra il cinema di Kaurismaki, ma con echi non troppo lontani che ricordano Lynch, Almodovar e Coppola. Probabilmente non torna tutto nell’operazione, ma bisogna riconoscere il fascino sgangherato, la venatura grottesca, il gusto per le inquadrature, l’umorismo dissacrante, la fiaba surreale che ha uno straordinario Nahuel Pérez Biscayart come protagonista (chi lo ricorda in “120 battiti al minuto”?).

In versione originale coi sottotitoli. Un suggerimento? Non guardate il trailer e andate alla cieca, come ho fatto io, se il mio racconto volutamente scarno vi ha incuriosito. Potrebbe essere un bel diversivo per fuggire alla canicola di luglio…





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