Di sponda mi è toccato sentire un sacco di discorsi sul processo Depp/Heard; quando qualcuno ha chiesto il mio parere ho dovuto simulare chiamate improvvise, dolori gastroesofagei, impegni improrogabili da smaltire sul momento, improrogabilmente.

L’ho fatto perché dire ‘Non me ne frega un cazzodiniente, ma aggiungo che voi siete dei guardoni che col risolino stampato in faccia e la bavetta agli angoli della bocca si imbevono di questa merda‘ non pareva carino, soprattutto sul posto di lavoro. O a cena. O al bar.

E dai! Ma seriamente? Li ho visti, eh? Lui imbolsito e tamarro come il guardiano notturno di uno sfascia carrozze di Caracas, lei finta come una bambola impolverata, l’occhio contrito e spento, in tailleur da brava bimba che deve fare una buona impressione.

Brutti, ma brutti tutti e due…Così brutti e abbrutiti nell’intento di vomitarsi addosso ogni nefandezza possibile, immaginabile solo all’interno dello star system hollywoodiano.

Cosa c’è da guardare? Cosa c’è da ridere?

E fosse finita lì, stop. Invece no: c’è la questione femminista, c’è la destra, la sinistra, il politically correct…Tutto il contorno, l’indotto di una farsa di cui certamente qualche produttore avrà prontamente acquistato i diritti.

Ma perché? Con tutto quel che c’è di interessante in giro (e ce n’è, assai), si deve perdere tempo dietro una tristezza simile? Per farne cosa? Per dire che ‘anche i ricchi/famosi piangono’? Certo che piangono, ma chissenefrega, no?

Li guardo in foto e l’interesse decade all’istante: per loro, per la vicenda, per il contorno. sarà una stranezza mia. Però pensiamoci un attimo: ci importa veramente qualcosa di quei due?

Ciao.

CC BY-NC-ND 4.0 Johnny, Amber e il processo agli altri by Collateralmente is licensed under a Creative Commons Attribution-NonCommercial-NoDerivatives 4.0 International License.