Halim (S. Bakri) e Mina (L. Azabal) sono marito e moglie da molti anni: lui cuce, lei manda avanti la loro bottega di sartoria. Assumono Youssef (A. Missioui) come apprendista e il giovane si mostra subito molto preciso e desideroso di imparare. Tuttavia il suo arrivo si inserisce in una dinamica di coppia complessa: Halim è attratto dagli uomini, Mina lotta contro una malattia feroce. In più sono il giorno e la notte: taciturno e mite lui, energica e appassionata lei. Mentre Halim lavora alla preparazione di un magnifico caftano blu, i tre cercano di trovare un equilibrio.

Il secondo lungometraggio di Maryam Touzani, dopo il bell’esordio di “Adam” (in Italia distribuito nel 2021, seppur di due anni precedente), conferma tutto il suo talento. E’ un film dove parlano gli sguardi e, attraverso essi, si veicola il desiderio, ma anche la tenerezza. Ha il tocco lieve e delicato del suo protagonista e una parola d’ordine: cura. Quella che Halim mette nel lavorare con meticolosa lentezza al caftano, ma anche quella che profonde nei confronti della moglie malata. Bakri e Azabal sono due ammirevoli protagonisti, in cui si inserisce in punta di piedi, ma con efficacia, l’interpretazione di Missioui. E’ un film che parla di tante questioni: senso di colpa, desideri repressi, espiazione, perdono, ma soprattutto amore, in tutte le sue forme e comunque lo si intenda.

Commovente e da non perdere!

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