Nell’ottobre 1940, durante la Seconda Guerra Mondiale e con l’Italia entrata nel conflitto da qualche mese, Salvatore Todaro (P. Favino), capitano di corvetta, è al comando del sommergibile Comandante Cappellini. Con lui, alcune decine di uomini, quasi tutti molto giovani. Al largo dell’oceano Atlantico, uno scontro a fuoco avviene con il piroscafo mercantile belga Kabalo, che viene affondato dagli italiani, producendo molti naufraghi. Todaro, diversamente da come erano soliti comportarsi gli alleati tedeschi, sceglie di accogliere i ventisei belgi a bordo, consapevole del rischio: infatti, non essendoci spazio per tutti sotto coperta, il sommergibile dovrà navigare in emersione per qualche giorno, in modo da permettere ad alcuni uomini di restare nella torretta superiore, anche se questo aumenterà i rischi di diventare bersaglio della marina inglese.
Edoardo De Angelis (“Perez”, “Indivisibili”, “Il vizio della speranza”) firma la regia di questo film, oltre che la sceneggiatura scritta a quattro mani con Sandro Veronesi, ripescando una vicenda di oltre ottanta anni fa. E’ una storia che parla di coraggio, dignità, rispetto, umanità anche nel pieno di una guerra, perchè la legge del mare è più forte di tutto, o dovrebbe esserlo (ci ricorda qualcosa nell’Italia di oggi?).
Le lodi per Pierfrancesco Favino sono superflue, perchè come al solito è in gran forma. Ottimi gli effetti speciali e la scenografia, che però non prevalgono sulla dimensione piscologica dei personaggi: la scena delle patate fritte riesce a strapparci più di un sorriso (il personaggio del cuoco napoletano ci ricorda l’origine e il retroterra di De Angelis, fate attenzione ai titoli di coda).
Presentato all’80 Mostra del cinema di Venezia. Non perdetelo!
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